Coronavirus

Timori per lo shopping: "Non vi assembrate"

Lombardia e Piemonte passate in zona arancione riaprono i negozi. L'appello del governatore Fontana

Timori per lo shopping: "Non vi assembrate"

«Cittadini, ripagate la fiducia e non assembratevi». È l'appello che il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha rivolto alla vigilia del via libera allo shopping. Da oggi anche Lombardia, Piemonte e Calabria si tingono di arancione, significa coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino (e non più divieto di spostamento in qualsiasi orario, salvo «comprovate esigenze») ma soprattutto riapertura dei negozi. E in quello che tradizionalmente è il primo weekend di caccia ai regali, il rischio assembramento è dietro l'angolo.

Gli occhi saranno puntati sul centro di Milano, dove i commessi ieri erano al lavoro per allestire vetrine e scaffali dopo il lockdown forzato. Non ci saranno i pendolari dello shopping, i residenti dell'hinterland che la domenica si riversano in corso Vittorio Emanuele, San Babila o corso Buenos Aires per gli acquisti, gli spostamenti tra Comuni restano vietati. Ma si respira un clima da riapertura delle «gabbie» che preoccupa. «I nostri commercianti hanno sofferto molto nelle ultime settimane di chiusura completa delle attività - afferma Fontana a TgCom24 - ci avviciniamo al Natale e credo sia positiva la riapertura questa domenica. Visto che si fa una dimostrazione di fiducia nei confronti dei cittadini dico, ripagatela, non assembratevi troppo, state attenti, fate in modo di rispettare le minime norme che riescono a contrastare il contagio. Non si diffonda l'errata convinzione che sia tutto finito, stiamo superando il momento difficile ma finché non ci sarà il vaccino per tutti dovremo convivere con il virus: non bisogna farsi prendere da un eccessivo entusiasmo, manteniamo alta l'attenzione. C'è ancora tanta strada da fare per liberare gli ospedali». Su Facebook il governatore lancia un altro consiglio: «Compriamo italiano, compriamo lombardo. Aiutiamoci». Shopping made in Italy.

Solo nel secondo lockdown - un mese circa - il commercio nell'area milanese ha perso oltre 1,7 miliardi di euro e il segretario generale di Confcommercio Milano Marco Barbieri ha fatto presente che da oggi su 50mila bar, ristoranti e vetrine «riaprono solo i 12mila negozi. L'obiettivo è di passare in zona gialla. Bisogna però che tutti rispettino rigorosamente i protocolli di sicurezza. I commercianti lo fanno e tanti clienti pure, serve che lo facciano davvero tutti per evitare guai peggiori».

Il Veneto è già zona gialla ma il governatore Luca Zaia avverte i cittadini che «la zona arancione è dietro l'angolo». La preoccupazione «c'è - avverte - abbiamo visto che con il Black Friday si sono riempiti i corsi cittadini. Patti chiari, amicizia lunga: non posso pensare che non piaccia la zona gialla. Ricordo ai più disattenti che con la zona arancione significa avere i confini dei Comuni chiusi. Se non evitiamo gli assembramenti, con l'Rt 1.2 beccarci la zona arancione è dietro l'angolo. Abbiamo l'obbligo di rispettare coloro che sono malati e tutti gli operatori, che stanno facendo un lavoro ciclopico. Se continuiamo con gli assembramenti, riprendono i contagi».

Ha sollevato polemiche - e accuse della Regione Lazio alla sindaca Virginia Raggi - l'inaugurazione del centro commerciale Maximo al Laurentino a Roma proprio nel giorno del Black Friday. Il maxi mall è stato preso d'assalto da 30mila persone. Conta 165 negozi e (soprattutto) il primo store italiano di Primark, il colosso dell'abbigliamento low cost che a mezzogiorno aveva già un migliaio di clienti in coda per entrare. L'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato, alle prese con il contenimento dei contagi, ieri ha criticato duramente il Campidoglio: «Ognuno ha dei compiti specifici, in questo caso sono del sindaco e dell'amministrazione comunale. Non andava autorizzata l'apertura in un giorno topico come il Black Friday. È stato un errore molto grave».

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