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Toghe, l'appello di Forza Italia. "Influenzano leggi e governi"

Azzurri all'attacco: "Serve una riforma vera con carriere separate". Salvini: "Mattarella sciolga il Csm"

Toghe, l'appello di Forza Italia. "Influenzano leggi e governi"

Il caso Palamara, la questione morale della magistratura e del suo organo di autogoverno, l'onda lunga dello scandalo che si allunga sull'Anm. Il centrodestra alza la voce e torna a chiedere con forza una seria riforma della giustizia che affronti i nodi mai risolti del rapporto tra magistratura inquirente e giudicante e il problema della degenerazione correntizia.

L'affondo più affilato è quello lanciato da Matteo Salvini che tira in ballo anche il Quirinale. «Mi aspetto che colui che comanda il Csm, ovvero il presidente Mattarella, lo sciolga, perché dopo quello che abbiamo letto, qualche dubbio che la giustizia sia uguale per tutti viene. Serve un'estrazione a sorte per tagliare il sistema di potere della magistratura e dare fiato ai tanti magistrati liberi. Il Csm va azzerato, noi faremo una riforma della giustizia in nome del popolo italiano e non in nome di qualche corrente».

Se Salvini è pronto a portare la questione nelle aule parlamentari, Forza Italia non è da meno. Lo scandalo fornisce al partito l'occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe e ricordare quante volte Silvio Berlusconi ha provato a portare sotto i riflettori la questione della politicizzazione della giustizia. «C'è qualcuno nel potere giudiziario che usa la propria forza per condizionare l'azione di governo e l'azione legislativa», è la stoccata lanciata da Antonio Tajani durante la presentazione delle proposte di riforma della giustizia. Lo stesso accesso al Recovery Fund, aggiunge, potrebbe essere condizionato alla luce delle «ultime Raccomandazioni in cui la Commissione europea invita nuovamente l'Italia a migliorare l'efficienza del sistema giudiziario».

Gli azzurri mettono sul tavolo proposte di riforma da sempre nel Dna del partito: separazione delle carriere, l'inserimento dell'avvocato in Costituzione, lo stop al ritorno in magistratura per le toghe candidate in politica (anche non elette) e stop agli incarichi extra giudiziari delle toghe, riforma del Csm con la selezione dei componenti togati fra cento magistrati estratti a sorte e «controriforma» della prescrizione. Naturalmente per fare questo bisogna allargare il campo e coinvolgere altre forze politiche. Mariastella Gelmini rivolge l'appello a Lega e Fratelli d'Italia, ma anche «alle altre forze garantiste, se ci sono, perché ci siano i numeri in Parlamento», con il pensiero che va verso gli ex Radicali, una parte dei Dem e i parlamentari di Italia Viva. «Il momento è ora», incalza Gelmini che parla di «opportunità straordinaria» per vedere approvate le proposte storiche degli azzurri. Anna Maria Bernini rileva come «il vaso di Pandora scoperchiato da Palamara sia la rappresentazione di quello che Forza Italia dice da 25 anni» e citando il compianto Massimo Bordin commenta le vicende mediatico-giudiziarie di queste ore con un vaticinio: «I giustizialisti finiranno per arrestarsi tra di loro. Di certo Berlusconi ha dimostrato di essere dalla parte giusta della storia, pagando sulla propria pelle un prezzo altissimo». Il responsabile Giustizia Enrico Costa chiede «l'immediata calendarizzazione alla Camera della pdl costituzionale sulla separazione delle carriere. Bisogna votarla a giugno». E Matilde Siracusano presenta una proposta di legge su una questione mirata: quella delle intercettazioni indirette. «Causano i più clamorosi errori giudiziari, che poi emergono successivamente durante le fasi dibattimentali.

Forza Italia chiede che le intercettazioni indirette siano valutate come le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e usate come prova solo insieme ad altri elementi probatori».

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