Toghe in pressing: non liberate Catella. Negli atti dei pm teorie anticapitale

Nuova memoria sulle misure cautelari: in Comune atteggiamento "deferente"

Toghe in pressing: non liberate Catella. Negli atti dei pm teorie anticapitale
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Una escalation polemica in cui le valutazioni giudiziarie si affiancano ai giudizi morali e politici: la linea seguita dalla Procura della Repubblica di Milano nel suo scontro con la giunta di Beppe Sala raggiunge uno dei suoi punti più alti ieri mattina, quando il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e i suoi pm depositano una nuova memoria per scongiurare il rischio che il tribunale del Riesame liberi il più potente degli arrestati nella retata del 31 luglio, il costruttore Manfredi Catella. Gli altri cinque indagati finiti nella retata sono stati già tutti liberati dal Riesame, che ha sconfessato la linea dura seguita dai pm. Per la Procura, evitare che venga liberato anche Catella è molto importante. Così i pm si presentano in aula con un lungo documento in cui sostengono che liberare il costruttore sarebbe assurdo perché "se fossero revocati gli arresti domiciliari e fosse consentito a Catella di contattare liberamente chicchesia vi sarebbe il rischio che si possa accordare con Malangone (direttore generale del Comune, ndr.) o altri funzionari del comune per fare sparire le prove"; inoltre potrebbe tornare a delinquere perché "le chat dimostrano in maniera lampante che è stato sempre in strettissimo contatto con i vertici della politica e dell'amministrazione del Comune". Giudizi pesanti, già espressi in altri passaggi dell'inchiesta. Inedito è invece il ritratto sferzante che i pm danno dei rapporti tra Catella e la giunta: il costruttore interagiva "con la pubblica amministrazione, servendosi come tramite dell'assessore Tancredi, del direttore generale Malangone e del sindaco Sala, che tratta come suoi dipendenti maldestri e poco efficienti, per condizionare a suo vantaggio i pareri della Commissione per il paesaggio e i contenuti dei bandi in cui il Comune deve mettere all'asta gli immobili del suo patrimonio". Di una certa perentorietà dei toni con cui Catella (e il suo architetto di fiducia, Stefano Boeri) si rivolgevano sia a Sala che all'assessore Tancredi c'è effettivamente traccia nelle chat. La Procura ora dice che quei toni (cui Tancredi reagisce con "atteggiamento subordinato e deferente") nascondevano un rapporto di asservimento. L'esempio classico, per i pm, è quello del Villaggio Olimpico costruito dalla Coima di Catella sullo scalo ferroviario di Porta Romana, e destinato a diventare dopo i Giochi uno studentato universitario: qui le "intenzioni dei promotori aberrantemente vengono condivise da una parte di esponenti pubblici", e "lo stesso aberrante iter è stato svolto per altri scali". E la Procura va ancora più in là, e in una significativa nota a piè di pagina fa sua una diagnosi piuttosto ideologica del ruolo della grande finanza e delle società come Coima nello sviluppo urbano di Milano, tratta da un articolo della rivista no-global Altraeconomia: "La finanziarizzazione urbanistica trasforma le città in un gigantesco prodotto finanziario che separa nettamente gli interessi della cittadinanza da quelli degli investitori e delle Sgr", le società di gestione del risparmio. Nel merito dei capi di imputazione contestati a Catella, la Procura insiste su entrambe le accuse contestate nella richiesta di arresto, compresa quella relativa al "Pirellino" di via Melchiorre Gioia che il giudice preliminare aveva già nel suo provvedimento ritenuta infondata. I pm insistono che il via libera fu un atto di induzione indebita sul presidente della commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni, che avrebbe dato l'ok solo per sdebitarsi verso Sala e Tancredi: "Lo sdebitarsi è un'utilità, e anche di valenza patrimoniale". E comunque anche quella vicenda dimostra il "comportamento autoritario pressante e minaccioso posto in essere da Catella sulla giunta".

Un atteggiamento che Catella dimostra anche quando vuole convincere Tancredi a rimuovere "per un pretestuoso interesse pubblico" i vincoli che impediscono di costruire a ridosso del Cimitero Monumentale. La decisione del tribunale del Riesame arriverà tra oggi e domani.

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