La coerenza della sinistra è ben nota. Quando Silvio Berlusconi era al governo lo attaccavano continuamente (non avendo abbastanza argomenti per farlo) anche sulla mancanza di libertà di stampa in Italia specialmente dopo l'uscita dei dati di Reporter Senza Frontiere che puntualmente piazzava il nostro Paese dopo Stati come il Congo o il Botswana.
Ebbene, ieri è arrivato il solito bollito annuale: «C'è stata una regressione brutale della libertà di stampa nel 2014 - si legge - e l'Italia perde 24 posizioni rispetto all'anno scorso e scivola al 73esimo posto, dietro la Moldavia e davanti al Nicaragua». «Nel caso italiano - continua il dossier - a pesare è l'intimidazione della mafia nei confronti dei giornalisti, vittime anche di processi per diffamazione abusivi». Però ora a Palazzo Chigi c'è Matteo Renzi, non Berlusconi. E la sinistra che dice? Niente, naturalmente. Quando c'era il Cavaliere questo seppur discutibile report era trattato alla stregua della Magna Carta, oggi che c'è Renzi conta meno dello Scottex.
Eppure lui denuncia «trame, segreti, finti scoop, balle spaziali e retropensieri». Gli basta stare una sera davanti alla tv per capire «la crisi dei talk show in Italia». Cose che scandalizzano di brutto il presidente del Consiglio. Come biasimarlo, povera stella? Lui che le trame di palazzo non sa nemmeno cosa siano, lui che è salito al governo senza mai fingere, lui che di segreti e di retropensieri non ne ha mai avuti, lui che è limpido con tutti e che di bugie non ne dice, come può accettare questo decadimento dell'informazione? Certo, un conto è stare dentro la tv, un altro è starci davanti. Quando Renzi partecipa ai programmi (ormai gli mancano solo la Prova del cuoco , L'Isola dei famosi , Chi l'ha visto? e provare ad entrare dentro il Gabibbo) è come un pesce nell'acquario. Ma se li guarda da fuori gli fanno schifo. Sarà troppo impegnato ad andare nei talk show per rendersi conto che i talk show sono in crisi.
Del resto anche questo fa parte del Renzi-style. Nessun presidente del Consiglio è mai stato così tanto osannato dai media. Per una propensione naturale a secernere saliva, i giornalisti sia della carta stampata sia della radio nonché della tv, si sono dedicati alla poco nobile arte di leccare. In giornali e telegiornali si fa a gara a chi spara la marchetta più grossa.
Fiumi di inchiostro, parole e parole per lodare e imbrodare Renzi. Articoli grondanti di bava per incensare le gesta di Matteo il Grande con aggettivi buttati a caso: decisionista, affamato, miracoloso, veloce, spiazzante, capace, irriverente, ha fame di successo, ha coraggio. E quando inizierà la trebbiatura farà vedere il suo petto villoso. Magari quelli di Senza Frontiere hanno ragione. La libertà di stampa in Italia è davvero in pericolo.
Il posto nel quale si piazza quest'anno il nostro Paese
rispetto ai dati di Reporter Senza Frontiere dietro la Moldavia e davanti al NicaraguaLe posizioni che l'Italia ha perso rispetto allo scorso anno. In generale c'è stata una regressione brutale della libertà di stampa nel 2014
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