«Trama» anti-May di Tory e Labour per un secondo referendum Brexit

Erica Orsini

Londra Mentre Theresa May cerca ogni sostegno possibile al suo accordo per Brexit, un gruppo di parlamentari pianifica alle sue spalle un secondo referendum. La notizia è apparsa ieri sulle prime pagine di diversi quotidiani nazionali per poi essere pubblicamente confermata dal ministro per Commercio Internazionale Liam Fox in un'intervista televisiva alla Bbc. «Se l'accordo presentato dalla Premier verrà bocciato in Parlamento, allora dovremo decidere quale sarà il passaggio successivo», ha spiegato Fox lasciando intendere che lui, insieme ad altri membri del gabinetto, tra cui il vice della May David Lidington, Amber Rudd, Philip Hammond, David Gauke e Greg Clarke, stanno facendo pressione affinché la Camera dei Comuni si esprima con della votazioni «indicative» sulle altre opzioni per la Brexit come l'uscita senza accordo, il modello Norvegia e un secondo referendum. Si presume che nessuna di queste votazioni passi, ma quella di un secondo voto dovrebbe risultare quella con maggiori consensi e quindi trasformarsi automaticamente nell'unica alternativa valida.

Il sistema è macchinoso, ma potrebbe funzionare visto che sarebbe l'unico in grado di ottenere anche l'appoggio dei laburisti e dei liberaldemocratici. Lo stesso Lidington ha già avuto degli incontri in merito con il gruppo laburista lo scorso giovedì' e sembra che gli uomini di Jeremy Corbyn vedano di buon occhio la soluzione. Offrire il proprio sostegno all'accordo della May sarebbe inoltre improponibile per I laburisti, come ha rivelato l'ultimo sondaggio della YouGo. Se questo accadesse, il partito di Corbyn alle prossime elezioni, finirebbe terzo, superato dai liberaldemocratici. Sul fronte Conservatore, ci sono poi visioni ancora più estremiste di quelle di Liddington e company. Secondo l'ex ministro per l'Istruzione Nicky Morgan le opzioni alternative non andrebbero neppure votate e si dovrebbe semplicemente revocare l'articolo 50 che aveva sancito l'uscita dall'Europa. Una mossa peraltro legittima alla luce della recente decisione presa dalla Corte di Giustizia Europea. E nel dibattito sulla Brexit è tornato nuovamente a farsi sentire anche l'ex Primo Ministro laburista Tony Blair. «Uscire dall'Europa sarebbe un terribile errore e sarebbe logico che la gente tornasse a votare per sbloccare lo stallo tra Londra e Bruxelles» ha dichiarato Blair che è stato duramente attaccato dalla May. «Il mio predecessore sta compromettendo le trattative su Brexit con le sue richieste ha replicato la Premier inglese e lo fa soltanto nel suo interesse politico non in quello della Nazione. Sostenere un secondo voto è un insulto nei confronti del ruolo che ha avuto in passato e del popolo che ha servito».

«Ammiro la determinazione della signora May ha ribattuto Blair ma ritengo che con così tanti deputati contrari, questa determinazione possa trasformarsi in debolezza. Si trova già in una fossa e non ha senso continuare a scavare».

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