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Le trame di Pd e grillini per estromettere la Lega. Ma non sarà "Papeete 2"

Salvini non cadrà più nel tranello. Così Letta e Conte cercano di spaccare la maggioranza

Le trame di Pd e grillini per estromettere la Lega. Ma non sarà "Papeete 2"

Ore e ore di mediazione paziente, spinta da Palazzo Chigi, per ricucire la maggioranza e per lanciare ad un Matteo Salvini in palese difficoltà la cima di salvataggio del «tagliando sul coprifuoco», che gli evita di finire nella trappola dell'odg di Giorgia Meloni. Ma un attimo dopo la soluzione parlamentare, mentre il capo della Lega cerca di intestarsi un successo simbolico per dimostrare che «al governo posso incidere, all'opposizione no» e che «con Draghi la musica è cambiata», riparte la polemica nella maggioranza. Con Pd e Cinque Stelle ad accusare Salvini: «Non può esistere una maggioranza à la carte, con qualcuno che decide di star ora dentro e ora fuori - dice la capogruppo dem Debora Serracchiani - unità e coesione non vanno mai messe dopo l'interesse di un partito». Gli fa eco il capogruppo grillino Crippa: «Evitiamo propagande inutili, è paradossale che qualcuno voti o non voti per tornaconto personale». Parole dure, che riallargano subito il fossato che si era appena tentato di rimarginare. Certo, Salvini ha offerto incautamente il fianco con la bagarre in Cdm e fuori sul coprifuoco, nella sua ansia di arginare la concorrenza meloniana che gli leva terreno da sotto i piedi. Ma dietro lo scontro con la Lega, rinfocolato giorno dopo giorno da Pd e grillini, molti indicano un disegno politico esplicito. È il «sogno del Papeete 2», come lo chiama Matteo Renzi. Il sogno cioè di alimentare la spinta centrifuga che dovrebbe costringere Salvini fuori dall'area di governo, coltivato dal Pd di Enrico Letta e dagli sconquassati Cinque Stelle a (ipotetica) guida Conte. Non per far saltare Draghi, ma per dividere il centrodestra e disegnare il perimetro di una nuova maggioranza senza la Lega ma con Forza Italia, anche in vista della grande partita per il Colle l'anno prossimo.

I segnali non si limitano allo scontro sull'ora in più di coprifuoco: c'è il ddl Zan sull'omofobia, lasciato dormire nei cassetti per tutto il Conte 2 da Pd e M5s e ora divenuto prioritario. Ci sono lo ius soli e il voto ai sedicenni, agitati come muleta rossa sotto il muso del toro leghista, e la maglietta Open Arms indossata da Letta alla vigilia dell'udienza in cui Salvini era imputato. Renzi denuncia quello che secondo lui è il giochino: «Regalare a Salvini la battaglia del coprifuoco è un errore di quelle forze che, sognando, immaginano un Papeete2. Pensano cioè che, provocandolo, Salvini cada nel tranello e agisca di impulso, uscendo dalla maggioranza». Ma lui, avverte Renzi, «non ci pensa nemmeno: la lezione dell'estate 2019 gli è bastata». Intanto però, con il capo del Carroccio tirato dalla Meloni e spinto da Letta e Conte, la maggioranza è destinata a continuare a passare di fibrillazione in fibrillazione.

Se per risolvere una questione di puro teatrino parlamentare come l'ordine del giorno sul coprifuoco c'è voluto l'intervento dello stesso Draghi, il futuro non promette bene.

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