Roma - Cosa ci fa un furgone della Cgil in via Sebastiano Satta, a due passi da quell'alloggio popolare che è diventato ombelico del mondo e trincea? I maligni diranno che a speculare sulla miseria degli ultimi non è solo l'estrema destra, non è solo un sindaco a cui la città è sfuggita di mano, ma anche un sindacato in caduta libera. La realtà, almeno stando a quello che denuncia il quartiere, ancora sul piede di guerra dopo la vexata assegnazione di un alloggio popolare a una famiglia rom, è che la sigla sindacale abbia messo a disposizione il mezzo per aiutare gli assegnatari a trasportare il mobilio. La presenza del furgone bianco con le insegne del primo sindacato italiano non è passata inosservata. Gli abitanti di Casal Bruciato lo hanno fotografato e messo in rete, e in poco tempo lo scatto è diventato virale. Il messaggio è chiaro: gli Omerovic non se ne vanno.
Una doccia fredda per i residenti che speravano, come era successo lo scorso aprile a poche centinaia di metri da lì, in via Facchinetti, di avere la meglio e riuscire a dissuadere i nomadi dal restare. Così, adesso che le fila di chi presidia il cortile del comprensorio popolare si sono allentate, il malumore serpeggia sui social network. Nel mirino non c'è più solo l'amministrazione capitolina, accusata di condurre politiche anti-italiane che favoriscono i nomadi nell'assegnazione delle case popolari, ma anche la Cgil. «Vi ricordate di quando i sindacati davano l'anima per i diritti dei lavoratori? Oggi spendono il loro tempo e le proprie risorse occupandosi di traslochi», scrive caustico su Facebook Fabrizio Montanini, barricadero coordinatore dei comitati di zona, a corredo dello scatto che raffigura il Ducato del sindacato. «Le foto prosegue Montanini sono di adesso (17.00, ndr) mentre il furgoncino della Cgil aiuta la famosa famiglia di Casal Bruciato nel trasferimento del mobilio dal campo de La Barbuta al nuovo appartamento».
La conclusione? «La dignità dei cittadini italiani che attendono la casa popolare da vent'anni è sempre più calpestata». Nella ridda dei commenti indignati che seguono il post, Adriano spara a zero: «Si sono ridotti a fare i traslochi ai rom, così rimediano un paio di tessere».
«Ecco a cosa servono i soldi della tessera sindacale che vi tolgono in busta paga rilancia Patty , mi raccomando rinnovatela così gli montano pure l'idromassaggio». Stefano, invece, si dice «sempre più schifato da chi si schiera al fianco di questa famiglia rom e se ne frega degli italiani in difficoltà».
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