Il blog di Beppe Grillo torna nel mirino del Pd. Questa volta sotto forma di una proposta di legge depositata dal mastino renziano con delega alle comunicazioni, il deputato Michele Anzaldi. Nella bozza di legge dal titolo «Disposizioni in materia di conoscibilità degli assetti proprietari e dei soggetti finanziatori dei siti internet», il nome del blog del leader M5s non viene mai menzionato, ma l'obiettivo è chiaramente lui. Il grimaldello usato per colpire il blog beppegrillo.it ruota attorno alla richiesta di totale trasparenza del sito internet, un dogma grillino la trasparenza però totalmente assente dal blog che ha dato forma al movimento.
Per esplicita ammissione dello stesso comico che dopo aver rivendicato nel 2012 la piena titolarità del blog, di fronte alla recente denuncia del tesoriere Pd Francesco Bonifazi («dietro il blog ci sono aspetti fiscali tutti da chiarire») ha smentito tutto, asserendo sostanzialmente che Beppe Grillo non è responsabile del blog di Beppe Grillo («Grillo non è responsabile, né gestore, né moderatore, né direttore, né provider, né titolare del dominio, del Blog e non ha alcun potere di direzione né di controllo sul Blog tanto meno su ciò che ivi viene postata»). Insomma non è chiaro chi diriga il blog, chi ne sia responsabile, chi lo finanzi, quanti introiti generi, chi ci collabori, se esistano potenziali conflitti di interesse tra Grillo, la Casaleggio associati che lo gestisce e le materie di cui si occupano i parlamentari pentastellati. Non si sa nulla, pur essendo di fatto l'organo di uno dei principali movimenti politici italiani.
E proprio su questo interviene la proposta di legge targata Pd. Nel testo, ora depositato presso la presidenza della Camera per l'assegnazione alla commissione di merito, si propone di regolamentare i siti o blog che «raccolgano pubblicità o finanziamenti superiori a 100.000 euro», una cifra che il blog di Grillo supera ampiamente (dalle stime ufficiose, perché i dati ufficiali non vengono comunicati). Questa categoria di siti devono essere oggetti degli stessi obblighi che valgono per carta stampata e tv, ovvero l'iscrizione al Registro degli operatori di comunicazione (ROC), che «ha le finalità di garantire la trasparenza e la pubblicità degli assetti proprietari, la tutela del pluralismo informativo e il rispetto dei limiti previsti per le partecipazioni di società estere».
Cioè un identikit completo, e obbligatorio per legge, del blog di Grillo, così «da consentire a ogni utente di disporre di informazioni aggiornate e facilmente accessibili su chi sia l'effettivo titolare, proprietario e finanziatore, anche per interposta persona», così da «valutare l'attendibilità delle informazioni veicolate, oltre che la sussistenza di eventuali conflitti di interesse».
Grillo sarebbe un problema? «Con questa legge se rifiutasse di rendere il suo blog completamente trasparente, sarebbe costretto a chiuderlo ci spiega Anzaldi - Ma visto che si discute di fake news, sarebbe utile anche per lui sapere chi c'è dietro un finanziamento, magari la Russia, o qualunque altro finanziatore interessato. Ricordo che il M5s in questi giorni sta facendo degli incontri coi grandi fondi di investimento...». Per fortuna di Grillo, la legislatura è al termine il tempo corre, anche per la legge anti-blog di Grillo.PBra
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