Profonda delusione. È quella che prova il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, dopo l'imbarazzata marcia indietro del Movimento 5 Stelle sulla Tav. C'è rimasto male dopo aver sentito le parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha dato il via libera alle gare d’appalto per la Torino-Lione. Travaglio parla della "più cocente sconfitta mai subita dai 5 Stelle in dieci anni di vita". Un de profundis bello e buono.
Ricorda, Travaglio, che la battaglia "No Tav" era nata ancor prima del Movimento, quando Beppe Grillo negli anni Novanta sposò la causa del popolo della Val Susa contro un'opera che, da grande esperto dei trasporti, definisce "la più demenziale, anacronistica, inquinante, dannosa e costosa d’Europa". Ne sa più di tutti lui. E pazienza se non realizzare quel tratto di linea ad alta velocità lascerebbe incomprensibile nella rete ferroviaria europea.
Vincitori e vinti. Per Travaglio vince il "partito degli affari", vicino a "Lega, Pd, FI E FdI. I 5 Stelle perdono, ma perdono, a suo dire, soprattutto gli italiani. E per avallare la propria tesi rituira fuori quell'analisi "costi-benifici" che aveva bocciato l'opera. "Quel metodo - prosegue il direttore del Fatto - viene platealmente disatteso in nome di presunti aumenti di fondi Ue e di una presunta urgenza di decidere subito". Snocciola anche i numeri: "Valore netto negativo tra i 6,1 e i 6,9 miliardi, anche considerando i fondi già usati ed eventuali, improbabili spese aggiuntive in penali e ripristino dei luoghi".
Comprende bene, Travaglio, che in ballo c'è (anche) il duro braccio di ferro tra la Lega e il M5S. E che aprire una crisi sarebbe rischioso per i grillini, portando al voto e poi al trasloco di Salvini dal Viminale a Palazzo Chigi". Poi critica di petto i 5Stelle: "Avrebbero potuto sostituire il vertice di Telt (la società italo-francese che vuol bandire le gare) per rinviare tutto a quando anche Parigi e Bruxelles avranno tirato fuori i soldi. Cioè a mai. E poi sfidare Salvini a far cadere il governo: probabilmente il Tav sarebbe finito sul binario morto".
Che fare ora? Secondo il direttore del Fatto i rappresentanti del M5S dovrebbero almeno portare la questione in Parlamento, con un ddl per revocare il trattato italo-francese.
E perché mai? Così facendo, si dice convinto Travaglio, gli italiani "saprebbero chi vuole sprecare i loro soldi e chi usarli per opere davvero utili e urgenti". Cambiare idea e rendersi conto che, alla fine, intestardirsi su questa battaglia è stato un errore per Travaglio non è ammissibile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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