Coronavirus

In tre giorni 1.256 sbarchi. Proteste, arriva l'esercito

Boom di arrivi. Militari ad Amantea dopo i blocchi. In 64 portati nel centro di Comiso: rischio di positivi

In tre giorni 1.256 sbarchi. Proteste, arriva l'esercito

La questione immigrazione al tempo di Covid 19 è esplosa. Gli arrivi continui di migranti accolti a braccia aperte, e tra questi parecchi positivi al coronavirus, la fuga da alcune strutture della Sicilia di stranieri ancora posti in quarantena, con l'aggravante del ferimento di rappresentanti delle forze dell'ordine, hanno innescato un incendio negli animi dei cittadini. Gli italiani sono arrabbiati e la protesta è partita domenica da Amantea (Cosenza), a seguito dell'arrivo di 13 pakistani positivi al Covid19, e ora rischia di dilagare.

Come se non bastasse, ieri si è consumato l'ennesimo affronto ai cittadini e ai tutori dell'ordine. Sessantaquattro migranti, per lo più del Bangladesh e Pakistan, da Lampedusa sono stati condotti a Pozzallo, dove sono stati fatti sbarcare prima di sottoporli al tampone. L'hotspot è pieno e il Viminale ha deciso di sistemarli nel centro «Don Pietro» a Comiso (Ragusa), ovvero la struttura da cui nei giorni scorsi sono scappati prima 25 e poi 47 migranti in quarantena ed è stato ferito un finanziere.

Così, mentre il governo tenta di mettere le pezze là dove avrebbe dovuto prevenire comprendendo le paure dei cittadini, si è compiuto un altro pastrocchio: forze di polizia e operatori hanno trattato i migranti prima di sapere se questi fossero o meno positivi al coronavirus. Il tampone è stato effettuato soltanto a Comiso e pare ci sia qualche positivo. Evidentemente è caduta nel vuoto la lettera aperta inviata dal segretario generale del Sap Stefano Paoloni al ministro dell'Interno Lamorgese che denunciava come ad Augusta, quando sono sbarcati 43 migranti, tra cui 8 positivi al coronavirus, questi siano stati «trattati subito da personale delle forze dell'ordine prima ancora di essere stati sottoposti ai test medici. Ciò ha comportato enormi rischi per i poliziotti intervenuti. Signor Ministro scrive Paoloni - aveva garantito sicurezza sanitaria, ma purtroppo così non è stato».

Intanto ad Amantea è arrivato l'esercito. Il Viminale, che accontenta i migranti appena minacciano dalla nave-quarantena Moby Zazà lo sciopero della fame se non saranno condotti su terraferma, invece non trasferisce i migranti positivi come volevano i residenti, ma fa sorvegliare h 24 la struttura in cui sono ospiti, come deciso in una riunione di coordinamento alla prefettura di Cosenza estesa a forze armate e dipartimento prevenzione dell'Asp di Cosenza. Presto sarà individuata una seconda nave da adibire a quarantena, proposta che era stata avanzata dal presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ma era caduta nel vuoto, anzi il governo aveva individuato una struttura a Noto, perla del turismo siciliano, per la quarantena di 8 migranti positivi.

Un'altra nave si rende più che necessaria se proseguirà l'accoglienza a tutti i costi, nonostante il Covid 19, e lo testimoniano i numeri degli sbarchi che continuano indisturbati. Ieri mattina sono arrivati a Lampedusa 15 tunisini, la notte prima sono approdati tre barchini con in tutto una trentina di migranti, e da Lampedusa, il cui hotspot è pieno, continuano i trasferimenti a Porto Empedocle da dove i migranti raggiungeranno le destinazioni indicate dalla prefettura.

Si parla di 8.988 migranti giunti nel 2020 in Italia, di cui 2038 solo nel mese di luglio, tutto ancora da vivere.

Il numero maggiore di stranieri è rappresentato da tunisini, che sono 2296, pari al 26 per cento degli arrivi, e poi seguono i bengalesi, che sono 1715, ovvero il 19 per cento degli sbarcati.

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