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Tregua in Siria mai cominciata. Su Ghouta bombe al cloro

La tregua ha retto per poche ore

Tregua in Siria mai cominciata. Su Ghouta bombe al cloro

La tregua faticosamente concordata all'Onu ha retto per poche ore. Nonostante il voto unanime del Consiglio di Sicurezza a sostegno di una sospensione «in tempi rapidi e per trenta giorni» delle ostilità «in tutta la Siria per consentire i soccorsi», già ieri mattina le bombe dell'esercito di Damasco hanno ripreso a piovere sulla Ghouta orientale, roccaforte dei ribelli al regime di Bashar Assad. I quali denunciano l'uso di un ordigno al cloro sul quartiere di Shifunia e hanno diffuso la foto di un bombo morto. Ci sarebbero anche 13 intossicati dal gas. E tanto per chiarire l'aria che tira in Siria, ormai da tempo teatro di una guerra multipolare che si è estesa ampiamente oltre i contorni iniziali (ben sette anni sono trascorsi nel frattempo) della ribellione contro Assad, a rivendicare la rottura della tregua ha provveduto il capo di stato maggiore dell'esercito di Teheran, generale Bagheri. L'Iran, ha detto, «rispetta questa risoluzione che è una decisione internazionale. Ma le zone alla periferia di Damasco in mano ad Al-Nusra e ad altri gruppi terroristici non sono coperti dal cessate il fuoco».

Come avevamo anticipato già ieri, non serviva grande immaginazione per prevedere che questa tregua sarebbe stata fragilissima. Per capirlo bastava leggere con attenzione il testo della mozione approvata a Palazzo di Vetro, là dove si specificava che «tutte le parti» avrebbero dovuto «sospendere le attività belliche» e che la tregua non riguardava «i gruppi terroristici». Ovvio che in questo contesto Assad e i suoi alleati avrebbero potuto continuare a bombardare Ghouta Est, senza dimenticare di proclamare la loro assoluta cura di prendere di mira i soli «terroristi», cura smentita dagli oltre 500 civili - tra i quali circa 130 bambini - morti sotto le bombe.

Cosa succederà adesso? Esperienza insegna che si continuerà a fare sfoggio di cinismo diplomatico e di violenza militare. Alle pressioni che Stati Uniti, Francia e Germania hanno subito ripreso a esercitare su Mosca verrà risposto con tattiche dilatorie, e la tregua vera entrerà in vigore solo a risultato ottenuto: cioè quando Damasco avrà ripreso il controllo del sobborgo ribelle.

A quale prezzo di vite umane, non importa.

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