Trema il Pd in Calabria. In manette ex sindaco: assunse anche un boss

Centomila euro in cambio del sostegno elettorale

Trema il Pd in Calabria. In manette ex sindaco: assunse anche un boss

Cosenza - Centomila euro in cambio del sostegno elettorale. Questo è una dei capi d'accusa che ha portato ai domiciliari ieri mattina a Cosenza Sandro Principe, ex assessore regionale al Lavoro, ex sottosegretario della regione Calabria ed ex sindaco di Rende. Ma Sandro Principe era soprattutto il deus ex machina della sinistra calabrese. L'inchiesta che ha portato all'arresto di 10 persone, è stata condotta dai pm della Dda di Catanzaro Vincenzo Luberto e Pierpaolo Bruni. Non solo politici nel terremoto politico-giudiziario ma anche uomini di primo piano delle cosche cosentine. Fra i destinatari delle misure cautelari, infatti, figurano anche quattro elementi di spicco della cosca Lanzino-Ruà egemone nel territorio cosentino. I reati contestati a vario titolo sono concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio, corruzione. Hanno delineato un intreccio politico-mafioso che ha consentito ai candidati di diverse tornate elettorali di ottenere l'appoggio da parte di personaggi di rilievo della cosca Lanzino-Ruà.«La cosca Lanzino-Ruà, - si legge nell'ordinanza del gip distrettuale di Catanzaro - avrebbe chiesto 100mila euro per sostenere la candidatura di Sandro Principe alle elezioni regionali». Ma non solo voti di scambio, anche favori per assumere persone di loro conoscenza all'interno di cooperative che puntualmente si aggiudicavano, secondo gli inquirenti, i bandi ed i servizi del comune di Rende.

Risultavano assunti dalla cooperativa persino il boss Ettore Lanzino e lo stesso Michele Di Puppo. Il primo, secondo le indagini, sarebbe stato segnalato da Principe in persona ma mai è stato visto prestare effettivamente la sua attività lavorativa. E chi veniva condannato e andava licenziato restava al suo posto.

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