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Tremonti: "L'entrata dell'Italia nell'Euro? Per un interesse tedesco"

"L'euro? L'Italia è entrata per interesse tedesco". Giulio Tremonti non usa giri di parole e in un'intervista al Sole 24 Ore racconta come è nata la moneta unica

Tremonti: "L'entrata dell'Italia nell'Euro? Per un interesse tedesco"

"L'euro? L'Italia è entrata per interesse tedesco". Giulio Tremonti non usa giri di parole e in un'intervista al Sole 24 Ore racconta come è nata la moneta unica e soprattutto l'ingresso di Roma nell'euro. L'ex ministro del Tesoro svela un retroscena: "È molto probabile che l’Italia abbia fatto il 3% di Maastricht perché si era già deciso di farla entrare nella moneta. Tutti gli Stati hanno fatto operazioni di bilancio per centrare il 3%, anche operazioni puramente contabili. Nel caso italiano la scelta fu tedesca, in terra neutra sul lago Lemano gli industriali tedeschi da un lato non ancora consolidati nella grande Germania e dall’altro temendo la concorrenza dell’industria italiana allora ancora molto forte convinsero la “banca tedesca” a fare entrare l’Italia nella moneta così che la curva dei tassi sul debito italiano crollò". Poi lo stesso Tremonti spiega anche come sono andate le cose proprio subito dopo l'entrata del nostro Paese nel sistema della moneta unica: "Di incerto restava non l’ingresso, ma l’anno di ingresso. Non essendo un economista mi permetto di rinviare a quanto scritto da Modigliani e da Spaventa alle posizioni espresse da Ciampi, da Savona, da Romiti. È comunque probabile che il cambio lira/euro sia stato influenzato in negativo sull’Italia da tutto quanto sopra: come pizzino applicato sul biglietto di ingresso. Data la dimensione storica del fenomeno e la natura dell’Italia come paese fondatore, il tipico meschino errore".

Poi risponde per le rime a Prodi che proprio sul Sole ha puntato il dito contro il governo di centrodestra del 2002 accusandolo di non aver vigilato sul rincaro dei prezzi nel passaggio da Lira e Euro: "È polemica e infantile l’idea dei controlli da fare H24. L’idea sinistra della polizia annonaria. Nella realtà, nella storia dell’Italia non ci sono mai stati o comunque diffusi pezzi monetari ad alto valore ma sempre pezzi cartacei e monetine. Perfino gli assegnini degli anni ’70 erano pezzi di carta e come tali accettati. Se mi è consentito l’unica vera idea, e non solo per l’Italia ma per l’Europa, era quella della banconota da un euro e un’idea non solo di interesse italiano come alcuni ottusi mi obiettarono ma di interesse per l’euro in sé, se l’euro aspirava a diventare una vera moneta globale. Forse non è un caso se esiste la banconota da un dollaro". Infine sull'ipotesi di un'uscita dalla moneta unica, Tremonti ha le idee chiare e respinge questo tipo di scenario: "Un conto è uscire da una moneta nazionale per entrare in una moneta sovranazionale. Un conto è uscire da una moneta sovranazionale per entrare in una moneta nazionale. Chi lo fa perde il futuro senza riacquistare il suo passato.

Si dimentica che c'è stata e che c'è comunque la globalizzazione e che forze esterne distruggerebbero l'operazione".

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