Treno a 130 all'ora, doveva andare a 50

Tecnologie 3D per ricostruire l'incidente che causò tre morti e 102 feriti

Treno a 130 all'ora, doveva andare a 50

Milano - Questa volta la «scena del crimine» da ricostruire nei dettagli non è una stanza o un angolo di strada, ma un tratto di ferrovia di oltre due chilometri. Il metodo di lavoro della Scientifica, fatto di animazioni computerizzate e modelli in stampa 3D, è stato applicato alle indagini sul disastro ferroviario di Pioltello che il 25 gennaio 2018 ha causato tre morti e 102 feriti. Il risultato è una riproduzione fedele, riversata in un filmato, di quello che è successo al treno regionale 10452 che da Cremona andava verso Milano Porta Garibaldi.

«Per la prima volta - spiega Mauro Melandri, direttore tecnico della Scientifica della polizia di Stato - abbiamo utilizzato avanzate tecnologie di ricostruzione virtuale per un incidente ferroviario e per un'area tanto estesa». Le indagini sono state affidate dalla Procura (dall'aggiunto Tiziana Siciliano e dai pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti) alla Polfer, al Nucleo operativo incidenti ferroviari, guidato da Marco Napoli, e alla Scientifica di Milano, Roma e Padova. Gli investigatori hanno fatto accertamenti tecnici, scandagliato documenti ed effettuato sopralluoghi e rilievi sul luogo del disastro, riproducendo le fonti di prova grazie a un sofware realizzato dalla polizia chiamato Nemesi. Gli elementi raccolti sono alla base della ricostruzione tridimensionale computerizzata dell'infrastruttura ferroviaria e del materiale rotabile del convoglio deragliato. In particolare per le simulazioni e per l'analisi delle «vitual evidence» sono stati stampati in 3D a grandezza naturale i componenti chiave, come il segmento di binario da cui si è staccato un frammento di rotaia di 23 centimetri all'origine dell'incidente. Infine con animazioni digitali è stato possibile rappresentare la dinamica sulla tratta coinvolta, dal cosiddetto «punto zero», dove la rotaia si è spaccata in corrispondenza del giunto usurato, fino al «punto di quiete», dove il convoglio ha concluso la corsa contro i pali della ferrovia. Cosa mostra in sostanza il video? Un frammento di acciaio si stacca e la ruota del carrello sbalza, poi cade sulla parte inferiore del binario andando a sbattere contro la «zampa di lepre» (dalla forma della rotaia in corrispondenza di uno scambio), così la carrozza numero due deraglia e si separa dal resto del treno. La velocità era di 130 chilometri orari, sotto il limite consentito, anche se in caso di rotaia ammalorata si dovrebbe procedere a 50 chilometri. La Procura ha chiuso le indagini a carico di 11 persone tra dirigenti e tecnici di Rfi e dell'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria e della stessa società che gestisce la rete. L'accusa è di non aver fatto la dovuta manutenzione, risparmiando fondi.

Il problema al giunto usurato era stato segnalato dagli operai già ad agosto 2017, ma la società ne aveva programmato la sostituzione per aprile 2018. Infine il treno diagnostico Galileo, assegnato a questa linea, era fermo in deposito dal 2016.

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