Hanno vinto grazie al tele-giornalismo populista che ha mantenuto le piazze degli italiani in uno stato d'intossicazione simile a quello con cui si allevano i salmoni nelle vasche piene di antibiotici. Il tele-giornalismo, senza coraggio ma generoso in banalità, procede lungo il filone etico illustrato dal film di Alberto Sordi «Piatto ricco, mi ci ficco». Dove è incoraggiato lo spaccio di banalità e falsità, gli opportunisti giganteggiamo indisturbati. Ciò spiega anche perché siamo l'unico Paese occidentale che, di fronte ad articoli sprezzanti pubblicati all'estero, convoca gli ambasciatori anziché il giornalismo. Vi figurate Macron o Merkel o Trump che fulminano l'ambasciatore italiano per una vignetta di Krancic o una copertina dell'Espresso? Ha vinto alla fine un'Italia comatosa perché già dissanguata dall'ipocrisia del Partito Democratico, campione di politica dello struzzo di fronte alle invasioni barbariche, a loro volta pompate dal tele-populismo di sinistra e in un batter d'occhio trasformate in lucrosi appalti.
Credendo di avere le spalle coperte dal tele-giornalismo sinistrese, il Pd ha cercato di far credere che il problema fosse quello delle plebi alla fame come nel quadro di Pelizza da Volpedo, mentre invece aveva di fronte il terrore di una società che si sente minacciata. Quel terrore ha messo in fuga i loro elettori mentre il populismo televisivo ha aperto la porta al Golem che li ha presi a calci, trascinando il Paese nella prima crisi allucinatoria della Storia.
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