"Troppi dossier e hacker a senso unico. Sembra quasi una pesca a strascico...". Intervista a Carmelo Burgio

L'ex comandante della Dia: "Situazione molto strana"

"Troppi dossier e hacker a senso unico. Sembra quasi una pesca a strascico...". Intervista a Carmelo Burgio
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«L'adagio della magistratura - quando indaga qualcuno all'interno delle forze dell'ordine - è: La processiamo, così potrà dimostrare la sua onestà senza ombra di dubbi'». È questo il messaggio che ci arriva al termine dell'intervista al generale di corpo d'armata (Ris) Carmelo Burgio, già vicecomandante del Gis e poi comandante alla Dia, che spiega: «Perché questo principio non deve valere anche per i magistrati?».

Generale, dal caso Striano all'hacker che ha messo nel mirino i conti di 43 politici. C'è qualcuno che sta fabbricando dei dossier contro il governo?

«L'uscita dei dati non è mai naturale perché questi sono conservati dalle istituzioni. Se delle informazioni vengono prese da banche dati pubbliche dello Stato, che è l'unico che può schedare i suoi cittadini, e vengono date a un giornale ci troviamo davanti a una situazione che non è normale».

Ci spieghi...

«Sono stato capo reparto alla Dia e una delle attività era quella di controllare le segnalazioni delle operazioni finanziarie sospette. Quello che trovavamo, lo passavamo alla direzione antimafia di Roma, che aveva come procuratore Franco Roberti a cui è succeduto Federico Cafiero De Raho. Se, come Dia, vedevo che c'erano movimenti esagerati su una persona, interessavo la magistratura, non i giornali. Se lo do a un giornale perché ho idee politiche contro la persona della quale ho acquisito notizie commetto qualcosa di illecito. E lo stesso se lo fa un magistrato».

Ha citato De Raho, oggi vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia.

«Ho lavorato con lui e ho grande stima per quello che abbiamo fatto insieme. Ma se queste cose sono state fatte mentre lui era procuratore capo - e può anche essere che il pm abbia lavorato senza dirgli niente - la cosa va accertata. Bisogna insomma capire se il pm ha lavorato sua sponte o sotto suo stimolo, con il suo avallo o la sua protezione».

A colpire è anche il fatto che, in questi dossier, finisca sempre una certa parte politica...

«Chi si compra una barca da crociera spende tanti soldi. Così come chi acquista la villa a Capalbio. È mai possibile che andiamo a incentrare tutta l'attenzione solo su una parte politica?».

Cioè?

«Parliamoci chiaro: io faccio un'indagine, perché sono un carabiniere, e il procuratore mi dice che non posso interrogare una persona. Perché? Magari c'è una degnissima ragione, ma nessuno me l'ha mai spiegata».

E poi spunta l'hacker che, per curiosità, si mette a controllare i conti correnti di 43 politici...

«Se vai a cercare nelle banche dati, andrai a finire nei guai perché ci sono continui controlli sugli accessi. Questo bancario, che è abilitato a fare questo mestiere (io non avevo gli accessi nemmeno quando ero generale di corpo d'armata) fa migliaia di ricerche per pura curiosità e tutte su una certa parte politica. Ancora una volta: non è normale».

Allora, se non si tratta di

caso e casualità, cosa sta succedendo?

«A me sembra che, per usare una terminologia nostra, si stia facendo della pesca a strascico per distruggere un avversario utilizzando qualsiasi informazione contro di lui».

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