Luigi GuelpaDal 1° gennaio a oggi sono arrivati in Europa circa 80mila migranti. L'allarme è stato lanciato dall'Alto commissariato Onu per i rifugiati, che ha conteggiato anche 400 morti durante la traversata del Mediterraneo. L'Unione Europea è sull'orlo del collasso di fronte al potenziale distruttivo del fenomeno, Schengen rischia di saltare e i Paesi membri adottano un approccio svincolato da Bruxelles.É il caso dell'Austria, una pentola a pressione sul punto di esplodere. Le immagini da libro cuore dell'accoglienza dei migranti alla stazione Westbahnhof di Vienna stanno svanendo, travolte da una condizione inaccettabile. L'allarme è stato lanciato dal ministro degli Esteri Sebastian Kurz: «Entro la fine di marzo raggiungeremo il limite massimo dei 37.500 migranti. Di fronte a nuovi arrivi ci troveremo costretti a chiudere le frontiere». Alle sue parole si sono aggiunte nella giornata di ieri quelle del collega delle Infrastrutture Alois Stoger che considera «più di una semplice ipotesi l'allestimento di una barriera per il controllo dei migranti al Brennero». Il progetto prevede la realizzazione di una carreggiata di controllo, presidiata da poliziotti (la stampa di Vienna ipotizza l'intervento dell'esercito) incaricati di controllare i documenti di chi transita e di smistare i migranti. Del pattugliamento del Brennero se n'è parlato nel corso del summit a Roma tra Renzi e il cancelliere austriaco Werner Faymann. Entrambi hanno chiesto l'impegno «più concreto dell'Europa» e Faymann ha aggiunto che «l'Ue non può abbandonare Italia e Austria». Non se la passa meglio la Grecia: il Consiglio Ue ha presentato un ultimatum di tre mesi ad Atene, chiedendo di sanare le gravi carenze nella gestione delle frontiere esterne, di fronte al massiccio flusso di migranti. Nel caso di ulteriori falle nel sistema Bruxelles impugnerà l'articolo 26 del Codice Schengen, che prevede il ripristino di controlli ai confini interni fino ad un massimo di due anni. Significherebbe l'inizio della fine di Schengen. Ipotesi che inquieta il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. «Il vertice di marzo sarà l'ultima occasione per vedere se la strategia per far fronte all'emergenza funziona, altrimenti il crollo dell'area di libera circolazione sarà inevitabile» spiega.
Situazione al collasso anche in Francia, dove ieri il prefetto del Nord Pas de Calais, Fabienne Buccio, ha annunciato lo sgomberò di circa metà dei migranti che alloggiano nella cosiddetta «Giungla di Calais». Ci sono 3.700 profughi in attesa di raggiungere la Gran Bretagna, ma il numero reale, irregolari compresi, è quasi il doppio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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