Il primo «bilaterale» tra Stati Uniti e Italia nell'era del governo giallo-verde getta le basi per un nuovo e più prestigioso ruolo del nostro Paese nello scacchiere mediterraneo e soprattutto nella gestione della crisi libica. Conte è volato in America anche, se non soprattutto, con l'intenzione di rintuzzare il protagonismo francese sulla questione libica. Nell'incontro di ieri alla Casa Bianca, Donald Trump si è mostrato molto attento alle richieste italiane. E su più di un punto Conte e il presidente americano hanno trovato piena convergenza. D'altronde il colloquio allo Studio Ovale era iniziato nel migliore dei modi con un Donald Trump soddisfatto di quanto già fatto dal governo giallo-verde nei suoi primi mesi di lavoro in tema di immigrazione. Dopo il meeting del 9 giugno scorso in Canada in occasione del G7, è stata la seconda volta che i due si sono incontrati. Conte ha mostrato tutta la perplessità del governo italiano per l'accelerazione imposta dal presidente francese Emmanuel Macron per il ritorno alle urne in Libia il prossimo 10 dicembre, mentre il nostro Paese sta ancora preparando la Conferenza sulla Libia che si dovrebbe tenere proprio a Roma. Conte, insomma, ha chiesto e ottenuto (almeno in via preliminare) il sostegno dell'amministrazione statunitense per mettere in piedi una «cabina di regia permanente» su terrorismo e immigrazione clandestina nell'area del Mediterraneo.
«Ho detto al presidente Trump - ha spiegato al termine dell'incontro il premier Conte - come e perché l'Italia ha voluto seguire una posizione non più in linea con l'immobilismo europeo sul problema dei migranti. Il primo approdo non può più essere un alibi per gli altri membri dell'Ue per delegare l'Italia a risolvere da sola il problema». Dall'altra parte Trump ha ribadito quanto già convenuto la settimana scorsa con il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, a proposito dei tanto temuti dazi commerciali. Tra Ue e Usa, per adesso, la situazione rimane tranquilla. Trump, però, ha avvertito Conte che tutte le imprese che faranno affari con Teheran verranno messe in una sorta di lista nera ed è lì che Conte dovrà intervenire per proteggere le aziende italiane. Al termine dell'incontro il premier ha glissato sul «passaggio» dedicato all'Iran, sottolineando piuttosto le garanzie concesse da Trump sull'agroalimentare italiano.
Conte ha anche appoggiato apertamente la richiesta di Trump di rivedere i contributi finanziari dei singoli partner dell'Alleanza atlantica. Il presidente americano aveva chiesto, infatti, nei mesi scorsi un impegno più sostanzioso e Conte ha confermato che è una richiesta più che legittima. Il premier è invece stato richiamato sul gasdotto Tap, infrastruttura per ridurre la dipendenza dalla Russia. «Vorrei vederlo completato e spero che questo avverrà», ha detto Trump.
Conte ha assicurato che «è un'opera strategica» e che «incontrerà personalmente i sindaci per contemperare le esigenze». Anche sul tema dei rapporti con Putin c'è stata sintonia. «Un dialogo Russia-Usa non può che portare effetti positivi», ha detto il capo del governo, ma il presidente Usa ha confermato per ora le sanzioni commerciali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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