Non ci sarebbe da stupirsi se, dopo i giornali, Donald Trump cominciasse a prendersela con le librerie. I (nuovi) guai che stanno per coinvolgerlo arrivano proprio dagli scaffali: si tratta dei due libri-verità - entrambi acquistabili da oggi - che promettono di svelare retroscena impietosi sulla Casa Bianca trumpiana.
Le accuse più pesanti - e più pericolose, data la concomitanza con le indagini del Russiagate - sono quelle mosse al presidente Usa dal giornalista Craig Unger. L'autore sostiene che Trump sia manipolato da Mosca, ma non dai tempi della discussa campagna elettorale del 2016, bensì da trent'anni. Precisamente dal 1987, quando Trump si recò per affari in visita nella capitale dell'allora Unione Sovietica e, da allora, è sotto ricatto di Vladimir Putin. Come riporta in esclusiva il Daily Mail, nel capitolo introduttivo il giornalista scrive che con Trump, la Russia «ha impiantato nella Casa Bianca una sua proprietà, ostinatamente ignorante oppure inspiegabilmente inconsapevole».
Unger, già autore di un libro sui Bush in cui sosteneva che le radici del terrorismo islamico fossero da ricercare nei legami tra la famiglia dell'allora presidente americano e l'Arabia Saudita, cita come fonte della sua nuova pubblicazione Oleg Kalugin, pezzo grosso del Kgb. L'ex spia dei servizi segreti sovietici spiega come fosse pratica diffusa utilizzare le prostitute per ricattare gli uomini d'affari stranieri, e che la stessa cosa è probabilmente accaduta con Trump nell'87. «Quasi sicuramente Trump era controllato dal Kgb 24 ore su 24 - spiega Kalugin, citato dal Daily Mail - e probabilmente aveva molte donne a disposizione. Non mi stupirei se i russi avessero un dossier su di lui e se lui stesso ne fosse a conoscenza». Ma, come anticipa il titolo del libro (House of Trump, House of Putin: la storia mai raccontata di Donald Trump e la mafia russa), le indiscrezioni spaziano fino ai presunti contatti tra Donald e la criminalità organizzata moscovita: secondo Unger parecchie delle residenze di lusso costruite da Trump furono acquistate da oligarchi russi, soprattutto nei periodi di maggior necessità economica dell'imprenditore negli anni Novanta.
Ma i guai «editoriali» del presidente americano più controverso della storia recente non finiscono qui. C'è un altro libro-scandalo in vendita da oggi, dal titolo che è già un programma: Unhinged, «Squilibrato». L'autrice è Omarosa Manigault Newman, fino a dicembre responsabile delle Pubbliche relazioni di Trump. Un tempo incrollabile fan dell'inquilino della Casa Bianca, nel libro in uscita oggi Omarosa racconta i retroscena del reality show The Apprentice, di cui è stata concorrente prima di entrare nello staff presidenziale: dietro le quinte del programma Trump avrebbe apostrofato alcune persone di colore con l'aggettivo nigger, insulto razzista quasi impronunciabile negli Usa. Ma lo «scandalo Omarosa» è destinato a ingigantirsi: ieri l'ex consigliera ha diffuso la conversazione top secret tra lei e il capo di gabinetto di Trump, John Kelly, in cui questi la licenzia minacciando azioni legali.
L'audio è stato registrato di nascosto nella Situation Room, luogo (in teoria) ultra-sicuro nei sotterranei della Casa Bianca dove gli apparecchi elettronici (in teoria) sono vietati. Per gli altri dettagli della storia, e se ne prospettano molti, recarsi in libreria.
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