Altro che terza guerra mondiale. Questa potrebbe essere la guerra delle guerre, quella senza ritorno. Metti da un lato un dittatore sanguinario, e un po' matto, che un giorno sì e l'altro pure gioca con le armi nucleari, esibendo al mondo la sua follia omicida. Metti dall'altro un presidente spregiudicato, e un po' sfrontato, per niente disposto a farsi mettere i piedi in testa. Uno di fronte all'altro che in confronto l'Isis diventa una bambinata.
Ieri le scaramucce sono diventate minacce, con Kim Jong-un, il leader della Corea del Nord, che dà prova di essere riuscito, con un anno di anticipo sulle ultime stime, a miniaturizzare un ordigno atomico al punto da poterlo inserire nell'ogiva di un missile balistico intercontinentale con cui riuscire a colpire gli Usa, e tutto il resto del mondo, in un raggio di oltre 10mila chilometri, come dimostrato dai due lanci del 4 e 28 luglio scorsi.
Il prode Kim sfruculia la superpotenza americana prendensosi beffa del presidente Donald Trump e quest'ultimo, informato dall'intelligence Usa e da un rapporto del ministero della Difesa giapponese ripreso dalla Nbc, risponde alle provocazioni di Pyongyang con parole pesanti come macigni che fanno tremare il mondo intero: «È meglio che la Corea del Nord non minacci ulteriormente gli Stati Uniti - ha detto Trump bello sereno tra un putt e un green parlando dal suo golf club di Bedminster, in New Jersey - sennò faranno i conti con le fiamme ed una furia che il mondo non ha mai visto prima».
Siamo nei pasticci. Questo è poco ma sicuro. Perché questo è un passaggio chiave - spiegano gli esperti - sulla strada che sta portando Pyongyang a diventare una potenza nucleare a pieno titolo, pronta a mettere a rischio l'umanità. Il confronto tra i due Paesi sta toccando il momento di massima tensione dalla fine della guerra di Corea del 1953. «È stato molto minaccioso, al di là di una dichiarazione normale», ha detto Trump riferendosi a Kim Jong-un. «Come ho detto, saranno ripagati con fuoco, furia e un potere che francamente questo mondo non ha mai visto prima», ha pure ripetuto.
Seppur poverissima (tranne che per gli investimenti in armi) e con sul groppone un miliardo di dollari di sanzioni comminate dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, la Corea del Nord ha un arsenale di 60 testate atomiche e in soli 11 anni dal primo esperimento del 9 ottobre 2006, è riuscita a produrre un missile balistico intercontinentale che oggi mette tutti in serio
pericolo. «Dopo molti anni di fallimento - twitta poi Trump - i Paesi si stanno riunendo per affrontare finalmente i pericoli posti dalla Corea del Nord. Dobbiamo essere duri e decisi». A questo punto, speriamo non troppo.
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