Coronavirus

Trump, bodyguard infettati Obama: "È il caos assoluto"

I commenti dell'ex presidente in una telefonata ad ex funzionari. Nel Secret Service 11 contagi

Trump, bodyguard infettati Obama: "È il caos assoluto"

Sarà l'effetto della campagna elettorale imminente, o forse del fatto che Joe Biden è troppo impegnato a parare i colpi di una signora che si è ricordata con notevole tempismo di certe presunte molestie sessuali da lui subite tanti anni fa. Come che sia, per un giorno il braccio di ferro non è stato tra Donald Trump e il suo probabile sfidante democratico: ieri il presidente in carica se l'è dovuta vedere sia pure a distanza, secondo lo spirito del momento - con il suo predecessore in persona. Barack Obama ha contrapposto alla cinica comunicazione di Trump, che ha anticipato senza quasi batter ciglio la previsione di altri ventimila morti americani per Covid-19 prima della fine della pandemia, il suo secco giudizio sulla gestione dell'emergenza sanitaria da parte del detestato presidente-tycoon: «Un disastro caotico assoluto», così l'ha definita secondo la Cnn durante una telefonata privata che Obama ha avuto con alcuni ex funzionari della sua amministrazione.

Obama aveva in mente, si presume, la sequenza di contraddizioni e sottovalutazioni del pericolo dimostrate in questi mesi da Trump, senza dimenticare uscite a dir poco bizzarre come quella che lo aveva visto in pratica consigliare agli americani di fidarsi di un picchiatello che suggeriva di immunizzarsi dal virus ingerendo candeggina in gocce. Non aveva però ancora seguito l'ultima puntata, che ha avuto luogo ieri durante un incontro del presidente alla Casa Bianca con alcuni deputati repubblicani. In questa occasione, Trump ha assicurato che non sarà necessario disporre di un vaccino per vincere la battaglia decisiva con il coronavirus. E questo perché «i virus, come tutto il resto, muoiono»: magari si potrà assistere «a qualche vampata in autunno o il prossimo anno», ma poi vaccino o non vaccino, l'epidemia si estinguerà. Nel frattempo, però, il numero delle vittime americane continuerà a crescere drammaticamente: e se oggi a fronte di circa un milione e 300mila contagiati se ne contano già oltre 77mila, quando la pandemia avrà lasciato gli Stati Uniti è prevedibile che saranno «95mila, o forse di più».

Già nei giorni scorsi, il presidente aveva insistito su un punto che ha fatto gridare molti al cinismo, pur nella patria del business: far ripartire l'economia ha la priorità rispetto all'impegno per limitare al minimo possibile il numero delle vittime della malattia. E questo sembra essere il senso del suo richiamo di ieri alla mortalità di tutte le cose. Il virus, nel frattempo, continua a colpire duro, e senza guardare in faccia a nessuno: è dei giorni scorsi la notizia che era risultato positivo uno dei «valets» (i militari della Marina addetti al servizio personale del presidente) a disposizione di Donald Trump alla Casa Bianca, mentre venerdì era stato reso noto il contagio di una delle portavoce del vicepresidente Mike Pence. Ieri sono stati diffusi i nomi di altri contagiati «eccellenti», alcuni dei quali prossimi al Commander in Chief. Secondo Yahoo News, inoltre, il Covid starebbe dilagando tra gli agenti del Secret Service, incaricati della protezione del presidente: undici risultano attualmente positivi, ma se ne contano altri 60 in quarantena, più 23 già guariti. Inoltre sia Ivanka Trump, figlia e collaboratrice del presidente, sia suo marito Jared Kuchner si sono dovuti sottoporre a tampone (risultato negativo) dopo esser stati in contatto con un'assistente personale di lei, positivo.

Perfino Stephen Hahn, numero uno della Food and Drugs Administration, è stato posto in isolamento dopo aver incontrato la portavoce di Pence.

Commenti