Trump punisce la California: la scure sulle auto elettriche

Il tycoon attacca ancora Newsom: "Deve ringraziarmi per averlo salvato". Ma il governatore insiste: "Mente"

Trump punisce la California: la scure sulle auto elettriche
00:00 00:00

L'amministrazione di Donald Trump sta valutando la possibilità di tagliare un'ampia fetta di finanziamenti federali alla California dopo le proteste per i raid anti-migranti, e intanto il presidente firma una legge per abrogare le «disastrose» norme sui veicoli elettrici, ennesima mossa che sembra indirizzata a colpire lo stato del governatore democratico Gavin Newsom. «Abbiamo salvato l'industria automobilistica americana», sottolinea il tycoon dopo aver bloccato una misura statale che vieta la vendita di nuove auto a benzina entro il 2035 e anche le politiche volte a ridurre le emissioni dagli scarichi di alcuni veicoli e l'inquinamento da ossido di azoto causato dai camion. Decisioni contro cui la California ha già fatto causa: «Aspetteremo l'amministrazione in tribunale per la 26esima volta», chiosa il procuratore generale Rob Bonta. Mentre secondo quanto rivelano due funzionari al Washington Post il team di Trump sta chiedendo ai dipendenti federali di elaborare motivazioni per i tagli ai finanziamenti, tra cui il mancato rispetto degli ordini esecutivi del comandante in capo contro gli sforzi a favore della diversità e contro sprechi, frodi e abusi da parte del governo statale.

Non è la prima volta che The Donald solleva l'idea di ridurre i fondi federali al Golden State, e nei giorni scorsi la Casa Bianca ha confermato che i contribuenti non dovrebbero essere costretti a sostenere quelle che ha definito politiche «folli». Intanto, poco prima dell'udienza presso un tribunale federale di San Francisco in cui si decide se limitare la presenza dei Marines e delle truppe della Guardia Nazionale a Los Angeles, il governatore intervistato sul podcast del New York Times torna ad attaccare il comandante in capo sull'invio dei militari: «È teatro, è follia, è incostituzionale», afferma, definendo il tycoon un «bugiardo spietato» per aver detto che aveva parlato con lui della questione prima di dare l'ordine. «Non ne ha mai parlato. Punto. Ha mentito su questo - spiega - Non pensate nemmeno per un secondo che abbia detto la verità... continua a mentire».

«Los Angeles è stata al sicuro nelle ultime due notti. La nostra grande Guardia Nazionale, con un po' di aiuto dei Marines, ha messo la polizia della città nella condizione di svolgere in modo efficace il proprio lavoro», assicura da parte sua Trump, dicendo che Newsom «ha totalmente perso il controllo. Dovrebbe ringraziare per averlo salvato, invece di cercare di giustificare i suoi errori e la sua incompetenza». E in Texas, il governatore repubblicano Greg Abbott ordina il dispiegamento di oltre 5mila soldati della Guardia Nazionale, insieme a oltre 2mila poliziotti del Lone Star State, per aiutare le forze dell'ordine locali a gestire le proteste contro Trump e le retate federali sui migranti.

Proprio sulle manifestazioni programmate in tutti gli Stati Uniti per sabato con lo slogan «No Kings», il presidente afferma: «Io non mi sento un re, devo passare l'inferno per ottenere qualcosa». In Congresso, invece, i repubblicani della commissione per la vigilanza e la riforma della Camera hanno messo sotto torchio tre governatori democratici di stati santuario per i migranti: Tim Walz del Minnesota, Kathy Hochul di New York e JB Pritzker dell'Illinois.

L'udienza, programmata più di un mese fa, si svolge proprio durante le tensioni a Los Angeles, e i governatori difendono le loro politiche su migranti e rifugiati, attaccando la stretta voluta da Trump. L'ex candidato alla vice presidente Walz, in particolare, definisce i raid degli agenti federali una forma di «Gestapo moderna».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica