Coronavirus

Trump soffia sulla protesta. Fauci: "Prematuro ripartire"

Negli Usa i morti sono raddoppiati in una settimana. Il presidente scarica sui governatori: "Fate più test"

Trump soffia sulla protesta. Fauci: "Prematuro ripartire"

L'America ha quasi raggiunto la soglia dei 41mila morti a causa del coronavirus, un numero pressoché raddoppiato in soli sette giorni. Il presidente Donald Trump cerca di inviare segnali di ottimismo al Paese, affermando che «gli Usa continuano a fare costanti progressi nella guerra contro il Covid-19». La domanda che tutti i cittadini statunitensi si stanno facendo, tuttavia, è una soltanto: quando finirà tutto questo? Ma la risposta rimane poco chiara. Secondo gli esperti sanitari gli Usa devono aumentare rapidamente la loro capacità di effettuare test sulla popolazione per riaprire in sicurezza, senza innescare una nuova ondata di contagi. In particolare, i ricercatori di Harvard hanno avvertito che per far ripartire il Paese devono essere effettuati almeno 500mila test al giorno (ora a livello nazionale sono circa 150mila). E molti governatori hanno chiesto al governo federale di contribuire a rafforzare tale capacità. Secondo Trump, invece, i governatori hanno la possibilità di effettuare più tamponi, ma non stanno usando le proprie risorse in modo corretto.

Nel frattempo ai quattro angoli del Paese continuano ad aumentare le proteste dei cittadini stanchi delle restrizioni e dell'economia al collasso, i quali chiedono di riaprire al più presto. Nell'ultima settimana gli americani sono scesi in strada ad Austin (nonostante il Texas insieme al Vermont sia tra i primi stati a voler ripartire), e ancora in Michigan, Ohio, Kentucky, Minnesota, North Carolina e Utah. Ieri, invece, è stata la volta di New York, Pennsylvania, New Mexico e Missouri. «Sono liberi di protestare - ha detto il presidente - Alcuni governatori sono andati troppo oltre». E a chi gli ha fatto notare che i manifestanti hanno infranto le norme sul distanziamento sociale, ha risposto: «Ho visto le proteste, le hanno rispettate». Se il Comandante in Capo ha difeso i cittadini che chiedono a gran voce l'alleggerimento delle restrizioni, ad ammonire sull'ipotesi di bruciare le tappe è il governatore Andrew Cuomo. «Non c'è bisogno che qualcuno protesti per convincerci della necessità di riaprire le nostre città», ha detto, contrapponendosi ancora una volta all'inquilino della Casa Bianca.

Intanto il numero di casi e morti a New York continua a calare (domenica i decessi sono stati 478) e Cuomo ha ribadito che probabilmente il picco è stato superato. Ma «la bestia è ancora viva, non è stata ancora uccisa», ha avvertito. E la Grande Mela ha cancellato tutti gli eventi fino alla fine di giugno, dai concerti ai festival passando per la grande parata prevista per il 50esimo anniversario del Gay Pride. Mentre il virologo Anthony Fauci, luminare membro della task force della Casa Bianca sul coronavirus, ha invitato alla cautela i manifestanti (una «riapertura appare prematura e potrebbe portare a un contraccolpo») e anche sul far west dei test sugli anticorpi. In un'intervista tv ha spiegato che «serve fare molta più ricerca per determinare se tali test funzionino davvero proteggendo le persone da futuri contagi», ha detto, sottolineando che «molti di quelli immessi sul mercato da diverse aziende non sono ancora stati approvati».

La Food and Drugs Administration (Fda) - come riportato dal Washington Post - ha però consentito che restino sul mercato americano oltre 90 test senza la sua certificazione, compresi alcuni che sono lanciati in modo fraudolento o che sono di dubbia qualità.

Commenti