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Trump striglia Netanyahu. "Tregua violata a Gaza"

Il presidente Usa spinge per la Fase due. Irritazione della Casa Bianca per l'uccisione del leader di Hamas, Saad

Trump striglia Netanyahu. "Tregua violata a Gaza"
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Irritazione, se non addirittura rabbia. Donald Trump pare non abbia digerito l'uccisione, avvenuta lo scorso fine settimana durante un raid a Gaza City, di uno dei leader dell'ala militare di Hamas, Raed Saad, fra gli ideatori degli attacchi del 7 ottobre. La ragione? La sua eliminazione rappresenterebbe una violazione del cessate il fuoco in vigore nella Striscia dal 10 ottobre, secondo l'amministrazione americana. L'indiscrezione arriva da due funzionari statunitensi al sito d'informazione Axios e il disappunto della Casa Bianca pare sia stato espresso in un duro messaggio privato inviato a Benjamin Netanyahu a due settimane dall'incontro del 29 dicembre a Mar-a-Lago, in Florida, durante il quale il presidente americano e il primo ministro israeliano faranno il punto sull'avvio della seconda fase del piano di pace per la Striscia di Gaza. Il leader americano vuole che il nuovo corso cominci prima possibile, per arrivare a una nuova governance a Gaza, passando per il disarmo di Hamas anche tramite la nascita di una Forza di stabilizzazione internazionale (Isf). In base agli accordi, la seconda fase dovrebbe cominciare quando tornerà in Israele l'ultima salma di ostaggio ancora in mano agli islamisti di Gaza, ma molti punti devono essere ancora definiti e proprio oggi a Doha, in Qatar, il Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom) ospiterà una conferenza, insieme a decine di Paesi partner, per "pianificare" il lavoro della forza internazionale.

"Se vuoi rovinarti la reputazione e dimostrare di non rispettare gli accordi, accomodati pure, ma non ti permetteremo di rovinare la reputazione del presidente Trump dopo che ha mediato l'accordo a Gaza" sarebbe il contenuto del messaggio recapitato a Netanyahu, secondo le fonti statunitensi. Un funzionario israeliano ha confermato l'irritazione americana, ma ha riferito di un testo meno duro, in cui l'accusa di violazione del cessate il fuoco è invece attribuita dall'amministrazione americana ad "alcuni paesi arabi". Israele pare abbia risposto che a violare l'accordo è stata Hamas, attaccando i soldati e riprendendo il contrabbando di armi e che l'uccisione di Saad è una conseguenza di tutto ciò e ha avuto proprio l'obiettivo di garantire la prosecuzione del cessate il fuoco.

Quel che emerge, al di là dei dettagli sulla vicenda, è la volontà statunitense di procedere spediti e senza intoppi verso la nuova fase del piano di pace a Gaza, evitando che alcuni passi israeliani possano apparire agli occhi del mondo arabo come provocazioni, proprio mentre Trump sta cercando di estendere gli Accordi di Abramo per la stabilizzazione del Medioriente. Gli inviati Usa, Steve Witkoff e Jared Kushner, sarebbero anche loro irritati - riferisce sempre Axios - per la scarsa flessibilità di Netanyahu su alcune questioni relative al futuro di Gaza, mentre cresce il disappunto statunitense per la violenza dei coloni in Cisgiordania e per gli attacchi israeliani alla frontiera con la Siria, proprio mentre gli Usa cercano di lavorare a un accordo di sicurezza fra i due Paesi.

Ma - va detto - nonostante qualche nervosismo e divergenza, Trump rimane oggi il principale sostenitore di Netanyahu, tanto da aver promosso con tutte le sue energie la grazia in favore del primo ministro israeliano per liberarlo dai processi penali per corruzione, frode e abuso di fiducia per i quali "Bibi" si proclama da sempre innocente.

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