Roma Un compromesso per correggere un testo che era già in partenza un compromesso. Risultato: un pasticcio che nella migliore delle ipotesi renderà nullo l'articolo 9 del decreto fiscale. Quello della «dichiarazione integrativa speciale», cioè il condono. Ma che nella peggiore delle ipotesi rischia di creare una trappola per i contribuenti, invogliati ad aderire alla sanatoria, e poi a rischio arresto per reati come l'autoriciclaggio.
Il cantiere della manovra è in piena attività. Si parla addirittura di modifiche al saldo, con un taglio del deficit strutturale come ci chiede l'Europa e di quello nominale dal 2,4 al 2,1%. Ma il conflitto politico riguarda soprattutto il fisco. Ai tavoli tecnici cercano una nuova formulazione della Pace fiscale che possa accontentare tutti si sono appena insediati. L'attenzione si è concentrata sui passaggi dell'articolo 9 che il vicepremier e leader del M5s Luigi Di Maio ha sottolineato durante la trasmissione Porta a Porta.
Possibile quindi la cancellazione della parte che riguarda l'imposta sul valore degli immobili all'estero. Interpretata erroneamente dalle parti dei pentastellati come una imposta sui redditi prodotti dalle proprietà immobiliari all'estero, in realtà una tassa sul possesso di case oltreconfine. Pagata al netto delle altre tasse patrimoniali in vigore nel Paese dove si trova l'immobile.
Di Maio potrebbe pretendere l'eliminazione dell'Iva dalle imposte che rientrano nel perimetro della sanatoria.
Sono certi cambiamenti del comma nove, quello che prevede l'esclusione della punibilità per vari reati che l'emersione del nero non può che comportare. Omessa dichiarazione, riciclaggio ed autoriciclaggio. Senza questa parte - inevitabile quando si fanno emergere redditi non dichiarati - chi spenderà i soldi della sanatoria rischierà di essere incriminato.
Si cercano soluzioni alternative. La maggior parte non risolvono il nodo della non punibilità.
Non sembra essere invece in discussione l'allungamento dei tempi degli accertamenti di tre anni per chi non ha aderito alla sanatoria.
Tra le possibili soluzioni di compromesso c'è quella proposta dal leghista Armando Siri. In sostanza un saldo e stralcio, applicato a chi ha presentato regolarmente la dichiarazioni, ma non può pagare.
Una misura per favorire i contribuenti onesti che si trovano in difficoltà. Era una delle proposte del Carroccio, ma nel decreto fiscale non ha trovato spazio.
«Noi, pur di avere il saldo e stralcio dei contribuenti in difficoltà economica, siamo pronti a discutere su tutto», ha spiegato nei giorni scorsi Siri. La proposta è al tavolo delle trattative. In sostanza, al M5s si potrebbe offrire la rinuncia alla sanatoria in cambio dell'inclusione dello stralcio dei debiti fiscali per i contribuenti in difficoltà.
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