Tutti scarcerati ma i Pm insistono: "Bandi pilotati per favorire i soliti"

La Procura scandaglia i telefonini degli indagati. Nel mirino la Coima di Catella

Tutti scarcerati ma i Pm insistono: "Bandi pilotati per favorire i soliti"
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Si affaccia l'ombra della turbativa d'asta nella maxi inchiesta sull'urbanistica milanese. La Procura scava nella "miniera d'oro" delle chat nei cellulari sequestrati agli indagati, in particolare al ceo di Coima Manfredi Catella, per trovare puntelli a nuove contestazioni. Gli accertamenti sono in corso su presunti bandi scritti "ad hoc", cioè truccati, per favorire i costruttori e gare per vendere aree della città, che sarebbero state pilotate.

Ciò che emerge dagli atti depositati dai pm al Riesame (che ha scarcerato tutti i 6 indagati finiti agli arresti) è un inedito filone d'inchiesta su un "sistema di spartizione coordinata dei bandi" tra Comune e immobiliaristi. A nessuno dei 75 indagati sono al momento contestate la turbativa d'asta o la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Tuttavia, per gli inquirenti, le anomalie sarebbero numerose. Scrivono i pm, che nei bandi "il Comune, in accordo con i costruttori, è solito coordinarsi ad evitare sovrapposizioni". Ecco la chat del luglio 2022 in cui Catella scrive: "Potreste valutare di fare un primo avviso su quei nodi che non fanno parte di Minext evitando sovrapposizioni non coordinate". Per gli inquirenti dunque, "Comune e costruttori" erano "attenti a non creare sovrapposizioni fra i partecipanti" ai bandi per l'aggiudicazione di aree e immobili. Per l'accusa, emerge inoltre che "Coima, ben prima della stessa pubblicazione dei bandi, ha già preparato per i nodi una serie di masterplan" e che "Catella intende mostrarli a Tancredi". Ma ci sarebbero molti altri casi in cui i bandi sarebbero stati "cuciti" sulle imprese. Tra le vicende citate, il "Lotto 2" delle aree vicine al cimitero Monumentale, quella di Largo De Benedetti 1/via Messina 53. Alla gara partecipa "solo la Coima, sebbene" si tratti "di un bando di rilevantissimo interesse economico". E spuntano molte chat con al centro l'operazione di "riqualificazione di piazzale Loreto" e il ruolo dell'ex assessore della giunta Moratti Carlo Masseroli, manager del gruppo Nhood, che doveva realizzare il progetto (ora in stallo). "Messaggio appena inviato a Masseroli su Loreto", scrive il 9 gennaio 2024 l'allora assessore Giancarlo Tancredi al dg di Palazzo Marino, Christian Malangone, pure indagato. Poi Tancredi a Malangone lo scorso 29 gennaio: "Riusciamo ad anticipare riunione con Masseroli su Loreto?". Il 4 marzo Malangone a Tancredi: "Sto pressando gli uffici per parere Loreto così che possiamo tornare da lui (...). Deve però capire che è una gara. Non è che possiamo...". Commenta l'assessore: "Non si riesce proprio ad evitare la gara...". E c'è anche il caso del progetto di via Monte di Pietà a Brera, su cui ora i pm indagano. "Catella - spiega la Procura - segnala a Tancredi un problema con gli uffici comunali relativamente al progetto Monte di Pietà, su cui lavora Renzo Piano", non indagato. È la riqualificazione "di un fabbricato di grande valore nel cuore del centro storico". Catella, nel giugno 2022, avverte Tancredi dell'incontro con tre dirigenti comunali: "Abbiamo dato tutto il supporto tecnico e amministrativo per procedere.

Mi riferiscono che Collarini e Viaroli condividano mentre Porta rimane sull'interpretazione opposta". Tancredi: "Il problema, molto serio, è Aspromonte". Intendendo che "l'intervento in questione (...) afferisca ad una nuova costruzione in cortile, come era quella, appunto" di piazza Aspromonte (oggetto di inchiesta).

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