Sugli ultimi tre anni di immigrazione si contrappongono due narrazioni: quella di chi predica accoglienza contro chi chiede respingimenti. Normale sia così: ponti contro muri. Questi ultimi però da tempo denunciano alcune anomalie nel flusso migratorio, affermando che i profughi sono tutti uomini, che non fuggono dalle guerre, che si fingono minorenni e che anche se clandestini non vengono mai espulsi. Hanno ragione? Difficile dirlo per principio. Bisogna far parlare i numeri (guarda il video con i veri numeri).
Dal 2014 a ottobre 2016 sono entrati in Italia 455.660 immigrati. I dati più aggiornati (Commissione parlamentare d'inchiesta) dicono che nel biennio 2015-2016 su 300.414 ingressi ben 219.301 sono maschi e appena 41.478 le donne. E anche tra i minorenni c'è prevalenza di sesso maschile: dei 14.225 minori censiti nel 2016, il 94,1% sono ragazzi contro soltanto 835 bambine.
Bene. Sugli under 18 sorge peraltro un altro dilemma. A ottobre un'inchiesta dell'Antimafia di Bologna ha dimostrato che molti dei migranti "minorenni" in realtà sono ben più maturi. Non è un caso se il 54,3% (7.723) di loro ha 17 anni e il 27,1% (3.860) ne ha 16. Possibile siano tutti a un passo dalla maggiore età? Possibile. Infatti, come scrive l'Unhcr, in Italia non c'è una "procedura unica per determinare l'età" e sovente ci si basa sull'esame auxologico (controllo sulla crescita delle ossa). Purtroppo il margine d'errore è alto e viene quasi sempre passato a favore del profugo. Cosa significa? Che se un immigrato afferma di avere 16 anni e l'esame dice che ne ha più di 18, le autorità dichiarano 17 anni in base ai principi di "presunzione della minore età" e "beneficio del dubbio". Cioè "qualora non sia possibile stabilire con certezza l’età di un individuo" viene comunque considerarlo minorenne.
"Nessuno scappa dalla Siria"
Fuori da ogni ideologia, i numeri dimostrano che chi arriva in Italia non fugge dalle guerre. Da gennaio a ottobre 2016 sono stati rilevati 159.496 ingressi e di questi solo 953 scappavano dalla Siria. La maggioranza viene da Nigeria (33.807), Gambia (10.489) e Guinea (11.131). E le nazionalità più rappresentate sono peraltro quelle che ottengono la più alta percentuale di respingimenti delle richieste d'asilo: nel 2016 i siriani sono lo 0,6% e il 98% ha ottenuto lo status di rifugiato; i nigeriani invece sono il 21.2% e addirittura il 71% si è visto respingere l'asilo. Non va meglio a Gambia e Guinea, la cui percentuale di accoglimenti crolla al 4%.
Anche il dato aggregato racconta la stessa storia. Nei primi 10 mesi del 2016, delle 76.448 domande esaminate, solo il 19% (14.562) ha ottenuto una forma di protezione internazionale (status di rifugiato, 5%; protezione sussidiaria, 14%). Poi c'è un 20% che riceve la "protezione umanitaria", un tipo di permesso di soggiorno tutto italiano e che negli altri Paesi è usato solo in via residuale. Infine, al 57% (43.898) è riservato netto diniego. A conti fatti, quindi, il 77% non è tecnicamente un "rifugiato".
Che fine fanno i migranti?
Viene da chiedersi allora che fine facciano quelli che non ottengono il permesso di soggiorno. Semplice: scompaiono. Negli ultimi due anni ben 5.086 persone sono risultate irreperibili dalle Commissioni. A questi vanno aggiunte le mancate espulsioni, ovvero migranti che non vengono rimpatriati perché costa troppo: il ministero parla di 33.422 individui nel biennio 2015-2016. Infine ci sono i cosiddetti "migranti fantasma", cioè coloro che dopo il rigetto della domanda d'asilo presentano ricorso in tribunale e lo perdono. In tre anni 99.618 richiedenti si sono visti negare la protezione internazionale e secondo la magistratura il 56% perde il ricorso. Dovrebbero abbandonare il Paese, ma non lo fanno. A conti fatti si tratta di 55mila persone cui viene dato un foglio di via nella speranza (vana) che si allontanino autonomamente.
Sommando le tre voci (irreperibili, mancate espulsioni e migranti fantasma) si arriva così a 93mila clandestini. Liberi di girare nel Belpaese.Nessun siriano, molti clandestini e pochi (veri) rifugiati. Ecco. I numeri dicono tutto questo. E i numeri, è evidente, non possono sbagliare.
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