Roma L'Italia che ha paura di spendere tiene i soldi sotto il materasso, o fermi nei conti in banca. Teme ancora la crisi, anche se vede segnali di ripresa e preferisce mettere da parte il contante invece di spendere, investire, scommettere sul futuro.Così, si gonfia la bolla del «cash cautelativo», di cui parla il 49esimo rapporto annuale del Censis. Lo studio descrive una società in cui «i soldi ci sono ma non girano, i consumi non decollano, l'inflazione è inchiodata intorno allo zero, gli investimenti si sono annullati, la produzione industriale non riprende slancio e la ripresa occupazionale stenta».Il patrimonio finanziario degli italiani supera i 4 mila miliardi di euro ed è cresciuto negli ultimi 4 anni di 401,5 miliardi, cioè il 6,2 per cento, ma nel portafoglio delle famiglie il contante e i depositi bancari sono saliti dal 23,6 per cento del 2007 al 30,9 per cento del 2014, le assicurazioni e i fondi pensione dal 14,8 al 20,9 per cento, le quote di fondi comuni sono aumentate dal 9,1 al 10,9 per cento, mentre sono crollate le azioni e le altre partecipazioni, dal 31,8 al 23,7 per cento e le obbligazioni, dal 17,6 al 10,8 per cento.Troppe ansie, troppe incertezze spingono gli italiani ad essere prudenti, con meno azioni e più liquidi sul conto, a risparmiare, «tenere fermi i soldi, possibilmente in contanti, pronti all'uso nel brevissimo periodo». Orientamento confermato negli ultimi 12 mesi, fino a giugno scorso, da un incremento di 45 miliardi di euro del contante, tra biglietti, monete e depositi a vista saliti del 6,3 per cento; dai 73 miliardi in più riversati in assicurazioni e fondi pensioni cioè un aumento del 9,4 per cento e dalla contrazione dell'1,2 di azioni e partecipazioni, pari a 10 miliardi in meno.Il Censis parla di un'«Italia dello zero virgola», dove la ripresa economica non decolla e gli italiani, anche quelli che hanno i soldi, sono ancora timorosi di investire e di spendere. Di un «letargo esistenziale collettivo», che impedisce di progettare il futuro. Di «un recinto securizzante, ma inerziale: una sorta di limbo italico fatto di mezze tinte, mezze classi, mezzi partiti, mezze idee e mezze persone». Individui, famiglie, imprese restano fermi, in attesa, ancora senza fiducia e senza coraggio di esporsi al rischio individuale.Sono pochi, ma ci sono, i segnali di un allentamento della morsa dell'ansia. Come l'impennata delle quote di fondi comuni: 108 miliardi in più in un anno. Il risparmio è ancora la scialuppa di salvataggio nel quotidiano, visto che l'anno scorso 3,1 milioni di famiglie hanno dovuto mettere mano ai soldi messi da parte per far fronte alle spese mensili.La vera novità, per il Censis, sta nel fatto che, tra gli investimenti, il mattone ha ricominciato ad attrarre risorse, anche se non ha superato la crisi (tra il 2004 e il 2007, 800 mila compravendite l'anno, negli ultimi 4 anni la metà). Lo segnala il boom delle richieste di mutui (+94,3 per cento tra gennaio e ottobre 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014) e l'andamento delle transazioni immobiliari (+6,6 per cento di compravendite di abitazioni nel secondo trimestre 2015 rispetto allo stesso periodo 2014).
E di questi tempi moltissimi vogliono mettere a reddito il patrimonio immobiliare: 560 mila italiani hanno gestito una struttura ricettiva per turisti, come case-vacanza o bed&breakfast. Vuol dire un fatturato stimabile in circa 6 miliardi di euro, in gran parte sommerso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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