Ubriaco alla guida investì e uccise Miriam. Libero dopo 48 ore

"Né pericolo di fuga né reiterazione del reato". Il papà della ragazza: "Mia figlia è all'obitorio"

Ubriaco alla guida investì e uccise Miriam. Libero dopo 48 ore

Libero. Alessandro Giovanardi, il 23enne positivo ad alcol e droga che ha investito e ucciso Miriam Ciobanu, 22 anni, è stato scarcerato. Nonostante l'accusa di omicidio stradale aggravato, è libero di uscire per tutto il giorno. Unica controindicazione: obbligo di dimora a San Zenone degli Ezzelini, dove vive, e divieto di andarsene in giro dalle 20 alle 5,30. «Ma il giudice che l'ha rimesso in libertà ha una figlia»? chiede Giovanni Ciobanu, il papà della studentessa universitaria travolta in strada dall'Audi A3 guidata da Giovanardi nella notte maledetta di Halloween, fra lunedì è martedì scorsi. Sono le 4 del mattino: Miriam, dopo un litigio con il fidanzato e dopo aver cercato, invano, il padre al cellulare, s'incammina verso casa, a Fonte, Treviso. Nel comune di Paderno di Pieve del Grappa, però, la provinciale SP20, all'altezza di via Vittorio Veneto, è buia e senza marciapiedi. C'è anche un po' di nebbia e l'auto che sopraggiunge corre ad almeno 130 chilometri orari.

Soprattutto l'uomo alla guida è ubriaco e fatto di roba nonostante neghi di aver fumato hashish. Giovanardi, che rientra dopo aver trascorso la serata a una festa, non vede la sagoma scura che cammina al centro della carreggiata. L'impatto è violentissimo. Miriam finisce sul cofano del suv, e dopo aver sfondato il parabrezza viene scaraventata a 50 metri sull'asfalto morendo sul colpo. Il giovane si ferma, è ferito e sotto choc. I primi soccorritori raccontano che era sconvolto, in lacrime. Viene allertato il 118, ma non c'è nulla da fare per la ragazza. Portato in ospedale per gli accertamenti clinici, il 23enne risulta positivo ad alcol e stupefacenti. Viene fermato dai carabinieri con l'accusa di omicidio stradale aggravato dall'uso di droga, dopo 48 ore il gip di Treviso, accogliendo le richieste della Procura, conferma l'arresto ma dispone il rilascio immediato. Motivo? «Non sussistono pericoli di fuga, reiterazione del reato o alterazione degli elementi di prova». Amen. Il provvedimento fa infuriare il padre della vittima. «Sono all'obitorio per vedere mia figlia - continua Ciobanu -, lui se la spassa. Può fare una vita normale». «Non ce l'ho con nessuno - conclude - mi chiedo solo se quel giudice si trovava al posto mio, con una figlia da piangere». Giovanardi, nell'interrogatorio di garanzia, sostiene che, nonostante avesse bevuto, era lucido. «Io la sagoma della ragazza a piedi non l'ho proprio vista» dice.

Genitori separati, Miriam viveva con il papà. «Hanno rimandato a casa - aggiunge Ciobanu - una persona che, ubriaca e drogata, guidava una macchina a forte velocità. È come se avesse avuto in mano un'arma. Sono deluso, mi sento trattato come una bestia. Oltre al fatto della giustizia, mi sento umiliato da questa decisione. Si poteva almeno aspettare che fossero celebrati i funerali». La mamma di Miriam ha avuto parole di perdono per il 23enne: «Dovrà convivere con questa croce» ha detto. La Procura di Treviso puntualizza che l'alleggerimento della misura cautelare non va inteso come un anticipo della pena anche per fatti gravi. «Non c'è pericolo di inquinamento delle prove e la possibilità di fuga o reiterazione del reato visto che al giovane è stata ritirata la patente e la sua auto è distrutta».

I magistrati trevigiani, insomma, con questo provvedimento escludono, o non considerano affatto, la possibilità di guidare un'altra auto, senza patente e nelle ore in cui è consentito uscire. Lunedì i funerali nella chiesa di Fonte.

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