Prima uccide il padre con due colpi calibro 9 alla testa. Mentre aspetta la madre si versa 16mila euro sul proprio conto dall'home banking del genitore. Quando, all'ora di pranzo, la donna rientra, le spara altri 4 colpi di pistola. Vuole ripulire salotto e cucina Diego Gugole, 25 anni, dopo aver sparato a bruciapelo ai genitori, Sergio Gugole, 62 anni, e Lorena Zanin, 59 anni. Esce per comprare sacchi di tela e vernice per imbiancare le pareti imbrattate di sangue. Il piano è di nascondere i corpi nello scantinato di casa, in via Villaggio Marmi, a Chiampo, Vicenza. Va anche da un costruttore a versare l'acconto per l'acquisto di una villa ad Arzignano. Ma una telefonata di un'amica di famiglia, all'ora di cena, lo mette in crisi.
La donna chiede insistentemente al giovane perché padre e madre da ore non rispondono al cellulare e al citofono. Diego tronca la conversazione. Sale in auto, l'assassino, e girovaga per tutta la sera. Alla fine si presenta alla stazione dei carabinieri di Chiampo. Al sostituto procuratore Barbara De Munari confessa senza esitazione: «Li ho ammazzati per i soldi. Mi servivano per pagare la macchina nuova e una casa. Non mi va di lavorare e riempivo i miei vecchi di bugie». Quando i carabinieri entrano in casa, sfondando la porta, è notte. I corpi a terra, un proiettile conficcato nel televisore in camera da pranzo. Insomma, a più di 30 anni dal delitto Maso un'altra tragedia familiare sconvolge il Veneto. Diego, che sul suo profilo Fb scrive «La gente mi fa venire il vomito» e posta meme come «È più facile liberarsi di un cadavere che di un operatore telefonico», sembra solo un ragazzo viziato e annoiato. Sembra. Voglia di lavorare zero nonostante il padre, un'attività di pellami nella valle delle concerie, gli abbia trovato un'occupazione. Lui, però, da un anno si era licenziato. Il suo obiettivo era di andarsene, acquistando un immobile nel paese dove era nato, e una nuova auto. Punta tutto sugli 800mila euro che il padre aveva ottenuto dalla vendita dell'azienda. E pianifica in ogni dettaglio il duplice omicidio.
Un delitto premeditato da almeno un mese confessa ai carabinieri di Vicenza. A cominciare dall'arma, acquistato al mercato nero da un cittadino straniero, «un marocchino a Cologna Veneta» mette a verbale, per 3.800 euro. Una semiautomatica potente di fabbricazione polacca, la nove millimetri, che devasta i corpi dei suoi genitori. Il primo delitto, secondo la ricostruzione degli inquirenti, alle 10.30 di martedì. Il padre è seduto al tavolo della cucina, discute con il figlio sempre per i soldi. Diego «scarrella» la pistola e fa fuoco mirando alla testa. È zuppo di sangue, si fa una doccia, si cambia i vestiti e mentre attende la madre si mette al computer. Ha la password del papà ed emette un bonifico sul proprio conto. I soldi gli servono per la prima rata del villino che ha già fermato. Alle 13.20 uccide la madre con quattro colpi in rapida successione. Un'ora ancora ed esce. «L'ho visto alle 14.30 - racconta ai cronisti un'anziana - davanti al portone. A piedi, capo chino, non mi ha nemmeno salutato come faceva di solito». L'arma era in casa mentre i sacchi di juta, la vernice e i pennelli nell'auto del 25enne.
Un ragazzo difficile, da tempo seguito da uno specialista. Libro preferito: Bianca come il Latte, Rossa come il Sangue, Assassin's Creed il suo videogioco, come posta sul suo profilo. L'accusa per Gugole è di duplice omicidio volontario aggravato.
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