Cronaca locale

Uccide moglie e due figli. "Per liberarli dai demoni"

L'uomo, un imbianchino di 54 anni, era adepto di una setta. La donna seppellita in giardino, risparmiata la figlia 17enne

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Li ha sterminati per purificarli dal demonio che si era impossessato di loro. È una morte atroce quella di Kevin ed Emanuel, di 5 e 16 anni, e della loro madre 41enne, Antonella Salamone, torturati e uccisi da papà Giovanni Barreca, 54 anni, imbianchino, nella loro casa a tre piani di Altavilla Milicia, un paesino alle porte di Palermo. L'unica superstite è la figlia 17enne della coppia, ma non si sa ancora il perché. Si indaga sull'appartenenza di Barreca a una setta religiosa. Sullo sfondo della strage c'è proprio il fanatismo religioso, di cui è intriso il profilo Facebook di Barreca, zeppo di versi biblici, testimonianze di guarigione, riferimenti a Dio punitore o salvifico e al demonio, al peccato, al fuoco dell'inferno. È proprio sulla religione e sul gruppo di preghiera di cui faceva parte che si stanno concentrando le indagini, che escludono, invece, come movente, i problemi di natura economica che attanagliavano la famiglia. Lui era imbianchino saltuario, lei badante e faceva anche le pulizie. A confessare la strage è stato lui stesso. Dopo avere strangolato i figli con una catena ed essersi sbarazzato della moglie, il cui corpo è stato parzialmente bruciato e seppellito alla meno peggio in un terreno vicino casa, a distanza di 36 ore dall'orrore è andato a Casteldaccia, un paesino limitrofo ad Altavilla Milicia, e da lì, alle 3 del mattino di ieri, ha chiamato i militari dell'Arma: «Mi chiamo Giovanni Barreca. Ho ucciso tutta la mia famiglia. Volevo liberarla dai demoni. Venite a prendermi». Una frase che ha raggelato chi ha risposto al telefono. Ma non era nulla rispetto all'orrore che di lì a breve si sarebbe palesato dinanzi agli occhi dei militari dell'Arma. Scene raccapriccianti. Il 16enne è stato torturato prima di essere strangolato con una catena, e non si esclude che anche le altre vittime lo siano state. In casa c'era la 17enne in stato di shock. Potrebbe avere assistito alla strage, ma questo non spiegherebbe perché è stata risparmiata, potrebbe anche essere stata drogata o sedata, visto che è era in stato confusionale e ha dichiarato di essersi svegliata solo allora, quando, invece, la strage risale a venerdì, ma la domanda sul perché lei sia sopravvissuta resta ugualmente in piedi. Inizialmente non si trovava il corpo di Antonella. Poi la macabra scoperta di resti di un corpo. Ma si trattava di resti di più animali, forse vittime di riti satanici. Infine il rinvenimento di parti del corpo carbonizzato di Antonella, seppellite malamente vicino casa. «C'è un buco di 36 ore almeno dice un investigatore -. Non sappiamo ancora cosa sia accaduto durante tutto quel tempo».

Ieri in caserma è stata interrogata a lungo una coppia di amici di Palermo, che fa parte dello stesso gruppo di preghiera. Entrambi sono in stato di fermo, ritenuti complici dell'omicida. Le indagini dovranno incrociare le dichiarazioni dell'assassino, quelle dell'unica superstite e i riscontri tecnico-scientifici per ricostruire non solo la dinamica della strage, ma anche il mistero di quel giorno e mezzo su cui ci si interroga su cosa abbia fatto il padre-assassino, cosa abbia fatto la figlia 17enne e perché Barreca abbia atteso la domenica per chiamare i carabinieri. Potrebbe essere solo un caso, ma i giorni scelti hanno corrispondenze bibliche. Gesù viene crocifisso di venerdì, proprio come le vittime che sono state uccise di venerdì, e risorge la domenica. Barreca ha chiamato il 112 proprio di domenica, probabile giorno di risurrezione spirituale dei familiari, ormai «purificati». Un'ipotesi che sembrerebbe avallata dalle parole di Barreca agli investigatori: «Sono un soldato di Dio.

C'era il demonio dentro di loro».

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