«Uccidiamo tutti i profughi» Un anno di carcere alla prof che ha postato frasi razziste

Nino Materi

In carcere non andrà. Buon per lei. Ma - cosa più rassicurante per i suoi alunni - non andrà più in cattedra. È andata anche bene alla professoressa Fiorenza Pontini, docente d'inglese al liceo «Marco Polo» di Venezia, che colta da un raptus di idiozia a sfondo razzista, scrisse nel luglio 2016 sui social una serie di frasi deliranti, indegne soprattutto per una persona che di mestiere dovrebbe fare l'educatrice.

Il giudice ieri l'ha condannata a un anno di reclusione (pena sospesa) confermando il licenziamento già disposto dal ministero dell'Istruzione. Fiorenza Pontini era imputata per «istigazione all'odio razziale» e il suo avvocato a tentato, invano, di dimostrare come nel caso di specie mancasse «la concretezza della pericolosità nei commenti» e che, tali «commenti», non fossero altro che una «legittima espressione del pensiero».

E allora analizziamole queste «normali opinioni» della signora Pontini. «Un altro salvataggio, ma non potevate lasciarli morire», in riferimento ai migranti; «Bisogna ucciderli tutti», commentando la notizia (rivelatasi poi falsa ndr) di alcuni musulmani accusati di aver sputato sul crocifisso di una chiesa a Venezia; e ancora «poi ho torto quando dico che bisogna eliminare anche i bambini dei musulmani, tanto sono tutti futuri delinquenti». Concetti ribaditi con altre frasi odiose del tipo: «Speriamo che affoghino tutti, che non se ne salvi nessuno», «Mi dispiace che qualche profugo si salvi. Questa invasione è la peste del terzo millennio con la differenza che la malattia è stata sconfitta e questa ce la terremo ad infinitum», «Almeno morissero tutti», «Bruciateli vivi». Infine, aveva definito «schifosa» l'allora presidente della Camera, Laura Boldrini. Post che non sfuggirono a studenti e genitori della sua scuola, oltre che al dirigente del liceo veneziano, il quale, correttamente, segnalò il caso alla polizia. Di qui una rapida inchiesta, la segnalazione alla Procura e il rinvio a giudizio. Ieri la sentenza.

Il difensore della prof ha già annunciato appello. Il pm aveva chiesto 15 mesi di reclusione. Il giudice ha optato per un anno. Tempo che, speriamo, serva alla docente per chiarirsi le idee.

Non è mai troppo tardi per rinsavire.

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