Cronache

Uccisi da un'autobomba, nel 2014 lite con il boss

La 'ndrangheta alza il tiro. Le vittime sono Francesco e Matteo Vinci, candidato al Comune

Uccisi da un'autobomba, nel 2014 lite con il boss

Vibo Valentia Una bomba collocata all'interno del bagagliaio di una Ford Fiesta è esplosa uccidendo due persone. È successo a Limbadi nel Vibonese dove poco dopo le 15,30 di ieri, quando una vettura è scoppiata andando in fiamme. Sul posto sono giunti i carabinieri ed i vigili del fuoco che all'inizio pensavano a un corto circuito o un difetto elettronico dell'autovettura. Durante le operazioni di spegnimento i pompieri hanno trovato il corpo senza vita di Matteo Vinci, 42 anni, mentre il padre, gravemente ferito, è stato trasportato d'urgenza all'ospedale di Vibo Valentia dove però è deceduto poco dopo.

Sul fatto indagano i carabinieri sotto le direttive della procura della Repubblica di ViboValentia, anche se è già stato informato il capo della Dda di Catanzaro che, contattato telefonicamente, spiega: «Ancora non ci sono certezze su quanto accaduto, ma voglio precisare che le operazioni e i fermi di queste settimane nel Vibonese erano proprio mirate ad evitare queste morti che ultimamente si susseguono».

L'uomo al posto di guida della vettura è rimasto intrappolato nell'auto in fiamme che, prima di prendere fuoco, sarebbe esplosa. I carabinieri - intervenuti sul posto - hanno sottolineato che le indagini sono indirizzate a 360 gradi. L'ipotesi che viene fatta dai carabinieri è che a provocare lo scoppio sia stata una bomba collocata nel vano portabagagli della vettura. Matteo Vinci, ex rappresentante di medicinali, era stato candidato alle ultime elezioni comunali nella lista «Limbadi libera e democratica». Nel 2014 Vinci era stato arrestato, insieme al padre e alla madre Rosaria Scarpulla, dopo una lite con forconi e bastoni con i vicini Domenico Di Grillo, 67 anni, la moglie Rosaria Mancuso, 59 anni e Lucia Di Grillo, 25 anni. Rosaria Mancuso è sorella dei boss Antonio, Luigi, Michele e Pantaleone.

Il prefetto di Vibo Valentia, Guido Longo, intanto, attraverso una nota ha comunicato che «in relazione ai fatti delittuosi verificatisi a Soriano Calabro dove è stata danneggiata la stele commemorativa di Filippo Ceravolo, giovane vittima innocente della mafia, e soprattutto a Limbadi dove si è verificata l'esplosione di una autovettura a causa di un ordigno che ha provocato la morte di due persone, ha convocato, d'urgenza, il Comitato provinciale per l'ordine pubblico e la sicurezza».

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