Ue e spread i veri rischi della crisi

Il differenziale Btp-Bund sale a 113 punti. E Bruxelles mette le condizioni al Recovery

Ue e spread i veri rischi della crisi

La crisi del governo Conte II fa sentire i suoi primi effetti sullo spread. Ieri, il differenziale tra il rendimento del Btp decennale e il Bund tedesco ai è attestato a 113 punti base rispetto ai 105 punti di lunedì. Effetto delle tensioni politiche tra il premier Giuseppe Conte e Italia Viva di Matteo Renzi. Il rapporto con i mercati preoccupa l'esecutivo. Ieri il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha fatto riferimento indiretto al rischio spread: «Una situazione di crisi e confusione sarebbe rischiosa per la stabilità, uno scenario negativo in un momento delicato in cui l'Europa ci guarda, i mercati ci osservano».

L'altra preoccupazione del governo - meno visibile per ovvi motivi - riguarda i passaggi europei del Recovery. Anche ieri la Commissione, per bocca del portavoce, ha assicurato di avere «piena fiducia sul fatto che l'Italia farà del suo meglio». Rassicurazioni di rito alle quali corrisponde la messa a punto da parte delle istituzioni comunitarie di un meccanismo difficile da fare funzionare per un Paese come l'Italia con conti in rosso e prospettive di crescita sotto la media Ue.

Nel regolamento del Recovery approvato dal Parlamento europeo si prevede che la Commissione possa proporre al Consiglio Ue la sospensione di tutti o parte dei finanziamenti relativi al Recovery, nel caso in cui «uno stato membro non abbia agito efficacemente nella correzione del suo deficit eccessivo». C'è l'attenuante della crisi economica, ma deve avere accomunato tutta l'Unione.

Una condizionalità più pesante rispetto a quella del Sostegno alla crisi pandemica del Mes, Meccanismo europeo di stabilità, che consiste esclusivamente nella destinazione dei finanziamenti alle spese sanitarie. Questa ben nota contraddizione è finita nel dibattito sulla crisi di governo. Il deputato di Italia viva Luigi Marattin, presidente della commissione Finanze, ha accusato i ministri Cinque stelle mentire sull'assenza di condizionalità del Recovery. E questa, ha spiegato, «è la più accurata risposta alla domanda: ma perché mettete in discussione il Governo?»Fabio Massimo Castaldo, europarlamentare del Movimento 5 Stelle e Vicepresidente del Parlamento europeo ha replicato sostenendo che il mancato rispetto dei requisiti non comporterà manovre «lacrime e sangue»

Il rientro dell'Italia dentro i limiti stabiliti dal Patto di stabilità resta uno dei terreni di scontro della politica europea dei prossimi mesi. Il possibile stop all'erogazione dei fondi del Recovery (le cifre conosciute sono 65,5 miliardi di aiuti a fondo perduto e 127,4 miliardi in prestiti) diventa un'arma a disposizione dei Paesi meno inclini a concedere flessibilità agli stati indebitati.

I nostri conti sono in rosso per problemi strutturali che erano presenti anche prima della pandemia. E, allo stesso modo, la nostra crescita è cronicamente più bassa rispetto a quella dei partner Ue. Tutti elementi che potrebbero intralciare l'erogazione dei fondi del Recovery.

Ostacoli che si presenteranno nelle prossime settimane. Per il momento il governo è alle prese con lo scostamento di bilancio più consistente della crisi pandemica.

Ieri il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha confermato che già domani potrebbe essere convocato il Consiglio dei ministri per chiedere l'autorizzazione a fare extradeficit. Un passaggio «non compatibile con la crisi di governo», ha sottolineato il ministro.

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