Usa-Corea, prove di tregua sul nucleare

Il segretario di Stato Tillerson: aperti canali di comunicazione diretti con Pyongyang

Usa-Corea, prove di tregua sul nucleare

Per una volta non sono provocazioni irresponsabili e minacce di distruzione. Lo scambio verbale tra Stati Uniti e Corea del Nord è stato caratterizzato in queste settimane da un inquietante crescendo di gesti e retoriche minacciosi. Invece, le dichiarazioni fatte ieri dal segretario di Stato americano vanno nella direzione opposta e accennano all'apertura di un canale diplomatico diretto con il regime di Pyongyang.

«Non siamo in una situazione cupa, in un blackout - ha detto Rex Tillerson, che si trova a Pechino dove ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping -. Abbiamo due, tre canali aperti con Pyongyang . Sono canali di comunicazione diretta, che servono a capire se la Corea del Nord è interessata ad avviare negoziati per l'abbandono delle sua ambizioni nucleari».

Tillerson ha in sostanza confermato quello che era già noto, e cioè che la Casa Bianca cerca di mantenere percorribile una via diplomatica per la soluzione della crisi nucleare coreana. In verità, però, le fonti a conoscenza dei contatti con i nordcoreani hanno fin qui sempre riferito di risultati pressoché nulli. Ma quello che conta, evidentemente, è che i canali di comunicazione rimangano aperti.

Al tempo stesso, rimane chiaro che per Washington non ci sono spazi - almeno a parole e almeno in questa fase - per concessioni a Pyongyang sulla prosecuzione di un programma nucleare che viene definito tout court illegale. E considerato che il dittatore rosso Kim Jong-un affida chiaramente la sopravvivenza sua personale e del suo regime alla «polizza di assicurazione» atomica, non si vede quale mai potrebbe essere un punto di compromesso tra le due parti.

Senza dimenticare le pesanti offese personali che Kim e Donald Trump si sono recentemente scambiati e che continuavano anche ieri da parte nordcoreana: un esponente del regime di Pyongyang ha definito il presidente degli Stati Uniti «un vecchio psicopatico che ridurrà gli Usa a un mare di fiamme».

E mentre il Dipartimento di Stato Usa si sforza di mostrare il volto più dialogante dell'Amministrazione Trump, in Corea la situazione sul terreno rimane tutt'altro che rassicurante. Il ministero della difesa di Seul ha annunciato di aver ordinato il massimo livello di allerta nelle forze armate sudcoreane in occasione dell'imminente «festa del raccolto»: si tratta di un evento tradizionale della durata di dieci giorni molto sentito in tutto il Paese, e i generali temono che al Nord cerchino di approfittare del clima rilassato «per lanciare nuove provocazioni».

A giustificare queste

preoccupazioni il trasferimento di missili registrato in queste ore dallo spionaggio di Seul in territorio nordcoreano; manovre che nel recente passato hanno fatto da preludio a minacciosi esperimenti nucleari di Pyongyang.

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