«Ustica, sì ai risarcimenti», no alla verità

Rispunta l'ipotesi missile: lo Stato pagherà i danni alle famiglie di 13 vittime

Peggio di un pasticcio. Una sorta di saga surreale che va avanti da 35 anni: cedimento strutturale, missile, bomba, collisione sfiorata. La caduta del Dc9 Itavia finito nel mare di Ustica il 27 giugno 1980 resta un mistero. E l'occasione per un balletto interminabile di sentenze, penali e civili, contraddittorie e sconcertanti. Ora la pallina torna sulla casella del missile: è la corte d'appello di Palermo a confermare questa pista e i risarcimenti stabiliti per le famiglie di 13 delle vittime. I ministeri della Difesa e dei Trasporti pagheranno anche se la morte di 81 persone innocenti resta un drammatico punto di domanda.

Non importa. La giustizia civile dice quello che la magistratura penale ha smentito. Si va avanti così da sempre, in un guazzabuglio di ipotesi, voci, suggestioni, perizie. Dopo il disastro fu messa sotto accusa l'Itavia ma ben presto si stabilì che la compagnia non aveva alcuna responsabilità e il velivolo non aveva particolari problemi. Poi spuntò il missile con contorno succulento di affollatissima battaglia aerea e iniziò la campagna per far emergere una presunta verità nascosta in qualche cassetto. Chi aveva combattuto e che cosa era successo? Libri. Film. Documentari. Il partito del missile, perché questo è il vocabolo adatto per raccontare un tale movimento nell'opinione pubblica, ha egemonizzato il dibattito per lunghi anni. E ha pronunciato requisitorie durissime contro l'Aeronautica militare, presunta depositaria di segreti inconfessabili, costruendo scenari terrificanti e ipotizzando di volta in volta il coinvolgimento di libici, americani, francesi, italiani. Le ricerche si sono spinte fino in fondo al mare, il relitto è stato recuperato quasi per intero con un'operazione tecnologica straordinaria, ma del missile non è stata trovata alcuna traccia. Autorevolissimi esperti propendevano per la bomba piazzata nella toilette di coda ma in questo caso sono stati i giudici a respingere i suggerimenti degli scienziati. Così ora rispunta il missile che nessuno ha mai trovato e l'Italia, dopo aver detto tutto e il contrario di tutto, verserà gli indennizzi. Contro il parere dell'avvocatura dello Stato che aveva definito fantasiosa questa soluzione del giallo. Peggio del vestito di Arlecchino.

Per Paolo Bolognesi, deputato Pd e presidente dell'associazione vittime della strage di Bologna, «la sentenza stabilisce che il 27 giugno 1980 nei cieli di Ustica ci fu una guerra». L'esatto opposto di quel che sostiene Carlo Giovanardi, parlamentare del Nuovo centrodestra: «La teoria della battaglia aerea ci rende ridicoli nel mondo». Al prossimo verdetto.

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