Utrecht, spari in tram: 3 morti e 5 feriti

Arrestato dopo la fuga Gokmen Tanis, turco 37enne. Allarme terrorismo a livello 5

Utrecht, spari in tram: 3 morti e 5 feriti

Se non fosse accaduto davvero qualcuno penserebbe alla sinossi de Il poliziotto che ride, il celebre giallo di Maj Sjowall. Non ci troviamo però a Stoccolma, ma a Utrecht, in Olanda, dove un 37enne di origini turche, Gokmen Tanis, ieri mattina ha aperto il fuoco all'impazzata su un tram uccidendo tre persone e ferendone altre cinque (di cui 3 vertono in gravi condizioni), esattamente come nella trama del libro pubblicato nel '68. Il killer ha agito da solo, lo si evince dalle dichiarazioni del capo dell'antiterrorismo Pieter Jaap Aalbersberg: «Gli spari sono arrivati da più posizioni, solo perché ha avuto modo di muoversi e di fare fuoco da diverse angolazioni».

Il dramma si è consumato ieri intorno alle 10.45, quando il tram stava percorrendo un tratto di curva che porta alla fermata di piazza «24 oktoberplein», a Ovest del centro storico, dove vi sono numerosi capolinea di mezzi pubblici. Secondo quanto raccontato da alcuni testimoni l'uomo, che si trovava mescolato tra altri passeggeri, ha estratto una pistola a pochi passi dalla fermata iniziando a sparare, puntando alla testa della gente seduta sul mezzo. Il conducente ha raccontato di non essere riuscito ad aprire le porte nell'immediatezza, «poi per fortuna due persone vicino a me hanno rotto i finestrini permettendo ai superstiti di mettersi in salvo». Un altro testimone, che si trovava a bordo della propria auto a pochi passi dal tram, ha raccontato di aver visto «una donna a terra in una pozza di sangue. Quando alcuni passeggeri si sono avvicinati per soccorrerla ho notato un uomo che ha iniziato a sparare, mettendo in fuga i soccorritori. Dai colpi si capiva che l'arma era silenziata». L'attentatore, arrestato nel tardo pomeriggio in una casa della località di Oudenoord, sulla strada che collega il centro di Utrecht con il distretto di Ondiep, era fuggito a bordo di una Renault Clio rossa, ritrovata dagli inquirenti in via Tichelaarslaan, a 4 km dal luogo del crimine. Sul cruscotto sono stati rinvenuti una copia del Corano e documenti di matrice jihadista ritenuti «interessanti» dalla polizia. Intanto però si fa strada l'ipotesi che a spingere Gokmen a sparare potrebbero essere state motivazioni che andrebbero ricercate sfera familiare. Alcune fonti sostengono che la prima persona a cui ha sparato fosse la sua ex, altri fanno riferimento alla famiglia dei genitori della donna. I suoi parenti intervistati dall'agenzia turca Anadolu chiedono che venga condannato. «Non parlo con mio figlio da 11 anni - rivela il padre, Mehmet Tanis - Non conosco la sua situazione psicologica. In passato non aveva comportamenti aggressivi. Non so cosa sia successo. Ma se è stato lui, deve essere punito». I vicini di casa, interrogati, parlano di una condotta violenta «in passato, quando con quella barba lunga sembrava un salafita». Tanis potrebbe aver sparato quindi alla donna e a chi avrebbe cercato di aiutarla per ragioni passionali. Un portavoce della polizia, Bernard Jens, ha assicurato che «tutti gli scenari restano aperti, quindi anche il movente familare. Ma dobbiamo capirlo bene, non posso dire nulla al riguardo».

Gokman Tanis, di cui era stata pubblicata anche l'immagine a bordo del bus, era stato arrestato alcuni anni fa per presunti legami con l'Isis e poi rilasciato. Nel suo «curriculum» risulta anche un periodo da combattente in Cecenia, un'accusa di stupro e altre varie condanne per furti d'auto e resistenza a pubblico ufficiale. Nel frattempo il governo ha reso noto di aver istituito un'unità di crisi. Il primo ministro olandese Mark Rutte segue da vicino la situazione definendola «allarmante. Si tratta di un atto grave, di un attacco alla nostra civiltà, contro la nostra società aperta e tollerante, ma noi siamo più forti del fanatismo e della violenza».

Nella provincia di Utrecht l'allarme terrorismo è stato portato al livello 5, quello più alto. L'allerta è stata diramata anche ad Amsterdam e Rotterdam, dove è stata rafforzata la vigilanza nelle stazioni, nelle moschee e all'aeroporto internazionale di Schiphol.

È un livello d'allarme mai raggiunto in passato, neppure quando ad Amsterdam lo scorso 31 agosto un 19enne afghano accoltellò due persone alla stazione ferroviaria, e nemmeno il 2 novembre 2004, in occasione dell'assassinio (sempre ad Amsterdam) del regista Theo van Gogh, ucciso da un jihadista di origini marocchine con otto colpi di pistola.

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