Coronavirus

Vaccini, maggio di svolta. In arrivo il doppio delle dosi

Quindici milioni per 500mila iniezioni al giorno Johnson&Johnson efficace già dopo sette giorni

Vaccini, maggio di svolta. In arrivo il doppio delle dosi

Le dosi in arrivo nel mese di maggio quasi raddoppiano: 15 milioni contro gli 8 ricevuti nel mese di aprile. Ma il target di mezzo milione di somministrazioni al giorno che avrebbe dovuto essere raggiunto almeno per l'ultima settimana di aprile è ancora lontano. Ieri le dosi somministrate erano salite a circa 16 milioni e mezzo e sono quasi 5 milioni gli italiani che hanno ricevuto pure il richiamo. Ma se oltre l'80 per cento degli over 80 ha ricevuto la prima dose, soltanto poco più del 40 per cento degli anziani tra i 70 e i 79 anni è stato protetto almeno con una somministrazione e soltanto il 5,3 ha ricevuto il richiamo.

Il commissario all'emergenza Francesco Paolo Figliuolo sprona la regioni e ribadisce la necessità di rispettare le priorità indicate: anziani e fragili. Sull'ipotesi di vaccinazione nei posti di lavoro il commissario è categorico: «Le imprese devono aspettare che arrivino delle quantità sufficienti a mettere in sicurezza gli over 70, arriviamo intorno ai 65 e poi si vedrà», insiste il generale che poi elenca quelle che dovranno essere le scadenze delle consegne. «Dal 27 al 29 aprile arriveranno a livello nazionale oltre due milioni e mezzo di dosi e poi dal 30 aprile fino al 4-5 maggio quasi 2,6 milioni di dosi», precisa Figliuolo. Buone notizie arrivano da Johnson&Johnson: i dati primari dello studio clinico di Fase 3 pubblicati dal New England Journal of Medicine confermano l'efficacia contro le forme gravi già 7 giorni dopo la somministrazione e anche contro le varianti compresa la sudafricana.

Per il mese di aprile il target giornaliero delle somministrazioni non riesce ad andare in media oltre le 315mila dosi al giorno. E le differenze tra regione e regione restano alte: si va dal 72,4 per cento rispetto alle dosi consegnate della Calabria all'86 di Molise, Puglia, Marche e Veneto.

I calcoli della Fondazione Gimbe evidenziano il gap tra la quantità di dosi attesa e quella poi effettivamente distribuita dalle aziende. Sono state consegnate all'Italia 17.752.110 dosi, ovvero il 25,9 per cento di quelle totali previste per il primo semestre del 2021. Finora è stato consegnato il 36,3 per cento delle dosi previste da Pfizer, il 28,9 di Moderna, il 27 di AstraZeneca. Impossibile con questi numeri garantire le 3,5 milioni di somministrazioni settimanali inizialmente previste dal piano Figliuolo.

Non c'è dubbio che il generale abbia impresso un cambio di passo nelle somministrazioni, registra Gimbe: «Nelle ultime tre settimane si è registrato un incremento del 35,5 per cento delle dosi somministrate» ma la media resta a 315.506 dosi al giorno «oltre 180mila in meno rispetto alle 500mila quotidiane annunciate per metà aprile».

Oggi è atteso il parere dell'Ema, l'Agenzia europea del farmaco, su AstraZeneca. Ulteriori precisazioni necessarie su due questioni: la seconda dose e le fasce d'età, sulle quali i Paesi europei stanno procedendo in ordine sparso. In Italia Astrazeneca è stato raccomandato per gli over 60 ma i più giovani non sono esclusi. E per la seconda dose si valuta se somministrare un altro vaccino.

Sulla questione del mancato rispetto degli impegni da parte dell'azienda, Bruxelles sta valutando se aprire un'azione legale nei confronti della casa farmaceutica anglo-svedese.

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