"Valanga di atti in Antimafia". Così Scarpinato aiutava il pm

Spuntano i colloqui del senatore M5s con l'amico indagato Natoli in vista dell'audizione in commissione

"Valanga di atti in Antimafia". Così Scarpinato aiutava il pm

Due vecchi colleghi, due ex magistrati che si mettono d'accordo per influenzare un delicato passaggio parlamentare: peccato che oggi uno dei due sia sotto accusa per gravi reati, e che l'altro faccia parte dell'organismo istituzionale che quella vicenda deve indagare. E che però si prodiga di consigli e istruzioni all'amico.

Finora la narrazione era stata diversa: "Ascoltando elementi a mio avviso rilevanti per la completa ricostruzione dei fatti ho esortato il dottor Natoli a riferirle con rigore alla Commissione".

Così Roberto Scarpinato, ex magistrato antimafia a Palermo e attualmente parlamentare 5 Stelle, aveva reagito un anno fa, quando era uscita la notizia quantomeno imbarazzante dei suoi contatti con Gioacchino Natoli, anche lui ex pm a Palermo, attualmente sotto inchiesta per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, insieme all'ex procuratore Giuseppe Pignatone. Natoli era stato convocato dalla commissione parlamentare Antimafia, presieduta dalla deputata Fdi Chiara Colosimo, per rispondere della vicenda al cuore dell'indagine che lo vede indagato: l'insabbiamento all'inizio degli anni Novanta dell'inchiesta nota come Mafia e appalti, che insieme al Gotha di Cosa Nostra vedeva sotto tiro imprenditori famosi come Raul Gardini. Proprio l'insabbiamento di quella indagine aprì la strada all'assassinio di Paolo Borsellino e della sua scorta: come sostengono da tempo i suoi familiari, e come sospetta ora anche la procura di Caltanissetta nell'inchiesta bis.

Nell'ottobre 2024, quando la Verità aveva riferito dell'esistenza dei contatti tra Scarpinato e Natoli, il senatore grillino aveva reagito sdegnato e annunciando querele. Ma ora trapelano le trascrizioni di quei colloqui, inviati dalla procura di Caltanissetta all'Antimafia sotto vincolo di riservatezza, ma che verranno raccontati stasera nella puntata del programma di Massimo Giletti su Rai3 "Lo stato delle cose". Sono colloqui in cui Scarpinato non si limita a ammonire il collega a "riferire con rigore", ma gli preannuncia quale sarà il suo comportamento durante l'audizione e gli fornisce suggerimenti e istruzioni. "Sai che intenzioni ho? Di seppellire la Colosimo sotto una montagna di documenti", dice Scarpinato. Natoli: "Perdonami fratello mio, se dai troppe cose le dai l'opportunità di dire: ho bisogno di tempo per leggerle". Ancora Natoli: "Perfetto, perfetto, mi stai dando il destro perché io è da tre mesi che chiedo a Maurizio De Lucia". Di che "destro" parla Natoli? E a che titolo lui, magistrato in pensione e indagato per reati infamanti, si rivolge all'attuale procuratore della Repubblica di Palermo, il suo ex collega Maurizio De Lucia?

I consigli di Scarpinato non si fermano: "E allora fatti vedere, in modo che siamo preparati prima che ce la buttino addosso.. perfetto, fammi avere questa cosa (...) Gioacchì, devi fare sto lavoro, lo devi fare". Natoli: "Lo so, lo so, ma se non mi danno il materiale". Scarpinato: "Parla con De Lucia, spiegaglielo perché stiamo partendo. Tra pochi giorni iniziamo con queste cose e saremo con la stampa, con queste cose dobbiamo rispondere subito". Scarpinato si preoccupa anche di preparare insieme al collega inquisito un passaggio chiave dei lavori della Commissione, l'audizione del procuratore di Palermo: "Gioacchino, cerchiamo di essere operativi, tu puoi, come dire, anticipare a De Lucia che noi lo vogliamo sentire, per vedere con che atteggiamento viene? Parla in un certo modo oppure facciamo boomerang".

Frasi che appaiono destinate a rinfocolare le polemiche del centrodestra, che chiedeva a Scarpinato di fare un passo

indietro per manifesta incompatibilità dal suo ruolo in commissione Antimafia: dove sono appena arrivati documenti segretati che riguardano la vicenda del suo amico "Gioacchì", tra cui l'interrogatorio del suo ex capo Pignatone.

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