Valls cerca rifugio da Macron «Spiacenti, non fai per noi»

L'ex premier sconfitto alle primarie socialiste aveva tentato di salire sul carro del vincitore. Ma la risposta è durissima

D a ieri non esiste più il Partito socialista francese come l'Europa l'ha conosciuto fino alla presidenza Hollande. I primi effetti dell'elezione di Emmanuel Macron all'Eliseo si sono visti dopo un tesissimo ufficio politico: martedì Rue Solferino pareva una tribù senza regole, né statuti da rispettare. Abbandonata ogni lealtà o forma di solidarietà nei confronti del 6,3% ottenuto da Benoît Hamon, l'uomo che vanta il peggior risultato dei socialisti dal 1969 è stato messo alla porta. Non più leader, ha fatto finta di volersene andare, camminando attraverso un calvario che finora ha prodotto diversi soggetti politici o one man show dalla dubbia riuscita.

Hamon ha annunciato «un movimento cittadino» da lanciare il 1 luglio, per costruire una «sinistra inventiva che supererà le etichette politiche», spiegando comunque che non abbandonerà il partito e continuerà a difendere «le idee presentate in campagna elettorale» riguardanti l'ecologia e il reddito universale. Manuel Valls è invece finito in un limbo. L'ex premier candidato alle primarie (perse proprio contro Hamon) ha dichiarato il partito socialista «morto», annunciando la corsa alle elezioni «politiche» del prossimo giugno sotto le insegne macroniane della République En Marche. Ma la risposta è stata durissima: «Al momento la richiesta di investitura di Manuel Valls non soddisfa i criteri per l'accettazione da parte di En Marche!», ha detto il presidente della Commissione investiture del nuovo partito, Jean-Paul Delevoye, ricordando di avere «già indicato un candidato per la circoscrizione dell'Essonne». Il movimento «non ha la vocazione al riciclaggio. Abbiamo invece vocazione a costruire una nuova offerta politica per i cittadini».

Altri cacicchi della tribù Ps, sempre ieri hanno strappato altre risorse a un partito in coma, per raccogliere i cocci di un garofano francese sempre meno «nella storia» e sempre più al traino di altri. La sindaca di Parigi Anne Hidalgo annuncia su Le Monde la nascita di un movimento per rilanciare la sinistra, di fronte a un Ps colpito da infarto dopo il risultato delle presidenziali, con la consapevolezza che le «politiche» potrebbero dargli il colpo di grazia in termini di seggi parlamentari. Battezzato «Dès demain», Da domani, il soggetto di Hidalgo si rivolge «a tutti gli umanisti che credono ancora all'azione». A metà giugno sarà presentato.

Al tracollo del partito ha già contribuito il leader della Francia Ribelle Jean-Luc Mélenchon. L'uomo che è riuscito a raggiungere il 19,2% dei voti al primo turno per l'Eliseo (molti dei quali sottratti proprio al Ps) dice di volersi candidare nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra (PACA), dove è arrivato in testa allo scrutinio presidenziale. Sfiderà, dice, il deputato socialista uscente Patrick Mennucci a Marsiglia, nella circoscrizione 4 Bouches-du-Rhône (dove Mélenchon ha preso il 39%). «Ho già incontrato molte persone, ma avrò bisogno dell'appoggio di tutti nella città». Oggi sarà a Marsiglia per pescare nel mare Ps.

Un mare dove prima nuotavano elefanti che oggi si sono estinti e dove non sembrano esserci più idee. Restano i nuovi satelliti in orbita e un presidente uscente, François Hollande, che assiste passivamente alla «fine» del suo Ps.

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