Guerra in Ucraina

Il Vaticano pensa alla formula Helsinki. Sponda col Quirinale

Contatti tra Parolin e Mattarella: martedì un'iniziativa comune Papa Francesco punta sul dialogo

Il Vaticano pensa alla formula Helsinki. Sponda col Quirinale

Roma E sì, magari è troppo presto per rianimare «lo spirito di Helsinki», come spera la Santa Sede, e anche parlare di un'azione congiunta con l'Italia per favorire una conferenza internazionale è esagerato. Intanto però le diplomazie lavorano sodo, al punto che martedì prossimo Sergio Mattarella e il cardinale Pietro Parolin si vedranno per quella che Oltretevere definiscono «un'iniziativa comune». Un incontro a Palazzo Borromeo, dove in un convegno organizzato da Radio Vaticana, Osservatore Romano e Limes, si farà il quadro delle prospettive per un cessate il fuoco tra Russia e Ucraina. Cremlino e Casa Bianca hanno già cominciato a dialogare e scambiano i prigionieri: si aprirà uno spiraglio?

Il Vaticano, da sempre naturalmente molto attivo alla ricerca di una soluzione di pace, nelle ultime settimane ha moltiplicato i suoi sforzi e ora sembra puntare forte su una collaborazione stretta con Roma. «Sia il presidente italiano sia Papa Francesco - si legge in una nota della sala stampa - hanno citato la Conferenza internazionale di Helsinki e i suoi principi che contribuirono alla distensione in Europa, codificando dei punti fermi sul dovere di rispettare i confini degli Stati e di risolvere senza armi le controversie».

La Santa Sede vuole quindi stimolare la convergenza diplomatica con l'Italia verso una risoluzione del conflitto, come richiede la sua missione apostolica. Il Quirinale invece appare più prudente, più ancorato alla linea atlantica e Ue, infatti nel convegno di Palazzo Borromeo il segretario di Stato Parolin pronuncerà un discorso mentre Mattarella si limiterà a un atto di presenza. Nessun salto nel buio, Mosca resta il Paese invasore e Kiev ha il diritto di difendersi e di riprendersi i territori occupati. Ma poi, oggi una Helsinki due è possibile? Ci sono le condizioni minime?

Certo, anche il Vaticano ha ben chiari i ruoli. «La guerra scoppiata nel cuore dell'Europa con l'aggressione della Russia all'Ucraina continua con conseguenze pesantissime sul Paese aggredito che affronta l'inverno sotto i bombardamenti e non potendo contare su tante infrastrutture distrutte». E il Pontefice giovedì a piazza di Spagna ai piedi dell'Immacolata ha pianto per l'Ucraina e suoi morti.

Però, se da un lato «si fatica a vedere possibili vie di uscita», dall'altro «ci si domanda se e come riprendere la strada del negoziato».

Helsinki è «difficilmente replicabile per i molti cambiamenti avvenuti», tuttavia quella conferenza «rimane un riferimento è un valore per costruire un sistema più giusto di relazioni internazionali».

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