Gli applausi al termine della "Clemenza di Tito" di Mozart, opera scelta per la Prima della Fenice di Venezia, vengono accompagnati da una pioggia di volantini. L'ultimo atto della protesta di orchestrali, maestranze e sindacati contro la nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale del prestigioso teatro, protesta che va avanti da quando il sovrintendente della Fenice, Nicola Colabianchi, l'ha ufficializzata a fine settembre. La polemica per maestranze e sindacati riguarderebbe la presunta inadeguatezza di Venezi a un ruolo tanto prestigioso, oltre al mancato coinvolgimento degli orchestrali nella nomina. Ma la questione puzza un po' di politica, considerate le simpatie conservatrici della direttrice d'orchestra. Anche il compianto Maestro Beppe Vessicchio aveva detto la sua sull'affaire in un'intervista a Open: "Fino a quando non ha esternato la sua vicinanza ad alcuni movimenti che accompagnano l'attuale governo, ho sentito parlare solo bene di Beatrice Venezi in quanto direttore. Dopo non è stato più così". "Quanto evidenziato dal maestro Vessicchio è senz'altro un elemento che potrebbe aver influito sulla valutazione e sul giudizio su Venezi", sospira Colabianchi parlando con il Giornale.
Sovrintendente, il no a Venezi è davvero una questione politica?
"Di sicuro qualcuno ha strumentalizzato la protesta. È vero, io avevo detto che ne avrei discusso, poi ho anticipato questa nomina senza procedere con una effettiva discussione, ma era tra le mie prerogative farlo. Quindi ora mi sembra pretestuoso dire che non ho detto, non ho coinvolto, non ho spiegato. Poi una cosa è sicura: le accuse di scarsa qualificazione sono ingiustificabili".
Perché ingiustificabili?
"Perché se uno non ha avuto con lei un contatto diretto, come fa a dire che c'è un problema di scarsa qualificazione che riguarda Venezi? L'orchestra non l'ha mai incontrata, e credo che sia necessario avere una conoscenza diretta per poter parlare, altrimenti si va nel sentito dire. Altrimenti, queste polemiche finiscono per essere pretestuose o, peggio, appunto, politicamente strumentali".
Lei perché ha scelto proprio Venezi per quel ruolo?
"L'ho detto più volte. Innanzitutto perché è un bravissimo maestro come direttore d'orchestra, e lo dico perché ho avuto modo di collaborare con lei, quindi so che è una persona affidabile e capace. E poi so che ha grandi doti di comunicazione ha già scritto anche diversi libri - e ha una grande capacità mediatica, quindi è perfetta per il ruolo di direttore musicale, che richiede competenze nello stabilire quella rete di relazioni, elemento importante perché l'incarico sia ricoperto con successo".
Però alla Prima le maestranze l'hanno accusata di aver proibito di leggere la nota di protesta.
"Ma se l'avevano letta già in sette occasioni! Io non ho vietato nulla, ma non era necessario leggerla all'interno del teatro".
E il boicottaggio minacciato dagli abbonati storici?
"Ma non esiste. Anzi, abbiamo avuto un incremento degli abbonamenti, per la stagione lirica, pari al 7 per cento, mentre per quella concertistica avremo il dato definitivo il 28 novembre".
Spera ancora di ricucire questo strappo intorno al nome di Beatrice Venezi?
"Certo che sì. Avevo riportato la pax sindacale appena nominato a inizio anno, sono fiducioso che anche questa polemica possa rientrare con il dialogo e il buon senso.
Manca un anno all'insediamento di Venezi, quindi c'è tutto il tempo per organizzare incontri con gli orchestrali e per lavorare insieme. Se non si vede questo, tutte le polemiche mi sembrano strumentali. Io fin dal primo giorno ho detto che ero disponibile al dialogo".