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Venezuela, la lista segreta dell'accusatore dei grillini

L'ex capo degli 007 di Caracas pronto a fare i nomi. I giudici spagnoli bloccano l'estradizione

Venezuela, la lista segreta dell'accusatore dei grillini

I nomi in cambio di protezione. Hugo Carvajal un piede già sull'aereo per gli Stati Uniti, gioca l'asso davanti ai giudici di Madrid: «Sono pronto a fare i nomi degli agenti che distribuivano le mazzette». In pratica l'ex numero uno degli 007 venezuelani, fa balenare la lista segreta dei contributi ai partiti anti sistema di mezzo Mondo e proprio in extremis l'estradizione viene sospesa. Niente game over. La partita resta aperta, apertissima, metà sul piano politico e metà sul piano giudiziario. I giudici spagnoli si attaccano a un cavillo, un vizio di forma provvidenziale, che blocca- almeno per ora- il procedimento e nei prossimi giorni l'interrogatorio riprenderà.

Insomma, Carvajal ha o dovrebbe avere come tutte le spie che si rispettano più di un segreto custodito nei suoi cassetti, è probabile che sappia con precisione a chi sono finite le decine di milioni di dollari ed euro elargiti per anni e anni dal regime venezuelano, prima nell'era Chavez e poi in quella di Maduro. Ma l'ex generale procede per gradi: «Vi darò i nomi dei collaboratori, dei miei sottoposti che tenevano i rapporti con gli altri Paesi» ma è evidente che la lista- nomi del regime e relative destinazioni- è oggetto ora di una contrattazione. A quanto emerso fino ad ora, la rete di Carvajal avrebbe elargito cifre astronomiche un po' ovunque. Tre milioni e mezzo sarebbero arrivati anche in Italia a sostegno dei 5 Stelle, nelle mani di Gianroberto Casaleggio, il figlio Davide però smentisce su tutta la linea e minaccia querele. Altre movimentazioni sorprendenti stanno emergendo però in altri Paesi. È il caso di Podemos in Spagna, ma non solo, c'è la storia quasi incredibile dei fondi illeciti smistati in Argentina: 21 milioni di dollari inviati dentro valigette su altrettanti voli dal Venezuela per Buenos Aires «consegne tutte filate lisce come l'olio con funzionari aeroportuali pagati per non fare storie» rivela Carvajal. E ancora i fondi inviati all'Ecuador, e poi anche quei 3 milioni e mezzo che sarebbero stati inviati al Movimento 5 Stelle, denaro in contante dentro alle solite valigette.

Oggi siamo davanti a un bivio, Carvajal è pronto a vuotare il sacco entrando nei dettagli, ma chiede una sorta di immunità, o meglio non vuole assolutamente finire nelle inospitali carceri americane. La lista segreta con i nomi nero su bianco «sarebbe già pronta» e se interrogate - fa intendere lui- queste persone potrebbero confermare quello che ha già detto, ma non solo, aggiungere nuove informazioni, ampliare il discorso.

Sono tanti i nomi di spicco che rimbalzano, come quello di Josè Luis Zapatero, Carvajal potrebbe a questo punto chiarire il mistero dell'ipotetica miniera d'oro che sarebbe intestata proprio all'ex premier spagnolo. Un'accusa tutta da dimostrare. In queste settimane è tutto un grande andirivieni dei suoi avvocati che stanno portando in Tribunale i documenti, le carte con i nomi dei dirigenti di partito coinvolti in operazioni opache, azioni di corruzione del regime venezuelano.

Un giallo, un mistero che ha tutta l'aria di essere solo all'inizio ma che potrebbe creare un vero e proprio terremoto politico internazionale.

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