«È vero, certi imam predicano odio Ora l'Italia non abbassi la guardia»

FirenzeSono le 11,30 del mattino, proprio la stessa ora che tre giorni fa ha segnato l'inizio del massacro di Parigi. Lui prega. Tanti fedeli in fila alla moschea di Firenze per ascoltare la sua parola. In questi giorni ne hanno bisogno perché l'odore del sangue è arrivato fin lì. Si vergogna Izzedin Elzir, nato a Hebron in Palestina 43 anni fa, fiorentino da 23 anni e Imam di Firenze da tredici. Si vergogna perché gli assassini di Charlie Hebdo hanno sparato nel nome di Allah, il suo Dio, che nulla ha a che fare con quei macellai islamici.

Elzir, perché prova vergogna per i fatti di Parigi?

«Perché quella gente ci ha offeso. Un'offesa a noi e anche nei confronti di tutta l'umanità. Vogliono creare una barriera fra i musulmani. Ma questi non sono musulmani».

Che cosa sono allora?

Assassini e basta. Un musulmano non può mettere in atto azioni così vigliacche. Voglio dirlo con forza: questi sono criminali, predicatori dell'odio che non hanno nulla a che fare con l'Islam e che disprezzano gli esseri umani e la vita stessa non rispettando il Corano. Le prime vittime di questi attentati sono i musulmani stessi».

Hanno ucciso urlando “Allah Akbar, Allah Akbar, siamo qui per vendicare il Profeta”. Che effetto le fa?

«Mi fa venire i brividi. Niente di più assurdo. Allah dice nel Corano che chi uccide una vita è come se avesse ucciso tutta l'umanità. Loro sono l'anti-Islam».

Le moschee possono essere luoghi dove si formano estremisti?

«Un estremista non può frequentare una moschea. Gli altri fedeli non lo permetterebbero. Le moschee sono luoghi di sicurezza perché all'interno di questi spazi si discute, si parla, si prega. È nostro dovere fermare potenziali estremisti anche dentro le moschee. L'Imam è il pulsante per la pace».

Ma alcuni Imam non la pensano così...

«I predicatori dell'odio devono essere fermati ed emarginati. Alcuni Imam confondono l'Islam con un'altra cosa e predicano l'odio. Ci sono persone che non hanno studiato abbastanza e non conoscono il pensiero dell'Islam. Per questo, dopo le stragi dell'11 settembre, abbiamo iniziato a prevenire con corsi di lingua e cultura italiana. Tutto questo ha aiutato ad eliminare i pregiudizi. Gli Imam che non professano la pace esistono, ma noi non l'accettiamo».

Secondo lei c'è il rischio che quello che è accaduto a Parigi possa succedere anche in Italia?

«I criminali sono dappertutto ma conoscendo la realtà italiana non abbiamo questo rischio. In Italia ci sono 1,7 milioni di musulmani. Se sono una cinquantina i possibili potenziali estremisti vuol dire che la comunità islamica in questi dieci anni ha lavorato bene, usando la strategia del “meglio prevenire che curare”. Tuttavia non bisogna mai abbassare la guardia, anche attorno alle moschee. E noi musulmani, veri credenti, siamo i primi guardiani».

Le è mai capitato qualcuno con idee estremiste nella sua moschea?

«Incontro persone di ogni genere che rifiutano i nostri valori e queste sono anche fra i musulmani. Il mio dovere è cercare di aggiustare il loro pensiero. Grazie a Dio ho fermato in tempo alcune derive religiose».

Anche stamani (ieri, ndr ) ha pregato nella moschea. Che aria si respira fra i musulmani?

«Lo sdegno netto e la condanna forte è palpabile. La comunità sta attraversano un momento difficile ma io sono fiero di essere fiorentino e italiano. Mi sono arrivati tanti messaggi di solidarietà e malgrado quello che è successo alcune scuole vogliono venire a vistare la nostra moschea. Sono aperti e vogliono capire. Non accettano di vederci come quei criminali».

Qualcuno ha parlato di guerra santa dell'Islam contro il cristianesimo occidentale. Secondo lei siamo in guerra?

«Sì, il mondo vive una guerra. Non come l'abbiamo conosciuta fino ad oggi però.

Una guerra terroristica, economica e sociale. Non una guerra tra due mondi. E non una guerra santa: non esistono guerre sante, le guerre sono solo sporche. Quelli che ce lo vogliono far credere fanno lo stesso gioco di quei terroristi».

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