 
I giudici d'appello ribaltano la decisione dei colleghi di primo grado. E "Zia Martina", al secolo Daniela Casulli (nella foto), maestra elementare barese 48enne, arrestata nel dicembre 2021 per corruzione di minorenni e pornografia minorile, può esultare: assolta dalla III sezione penale della Corte d'Appello di Bari perché il fatto non costituisce reato.
Lei, assunta in Trentino a settembre 2021 in una scuola elementare prima di essere travolta dall'inchiesta giudiziari, si era sempre dichiarata estranea alle accuse. Pur non negando affatto di aver avuto rapporti sessuali con i ragazzini le cui madri avrebbero innescato poi l'inchiesta e il conseguente processo. La maestra sosteneva, però, di essere stata contattata dai minorenni sui suoi social, senza adescarli, e che quei momenti intimi passati con i ragazzi anche due per volta erano sempre stati atti tra consenzienti.
L'unica accusa di aver avuto rapporti con un minore di 14 anni era in effetti caduta già in primo grado, ma non era bastato a evitarle la condanna a 7 anni e 3 mesi. Tutto a causa dei video che, secondo l'accusa, e stando alla sentenza, avrebbero ripreso gli incontri amorosi con i ragazzini all'interno di un B&B nel centro di Bari. Due filmati che, però, la donna sostiene essere stati girati dai suoi giovanissimi partner, e a sua insaputa, tanto da sostenere di essere lei vittima di revenge porn.
In primo grado, il tribunale non le aveva creduto, condannandola a una pena superiore alla stessa richiesta della procura. Ma la donna aveva presentato ricorso, insistendo sul dettaglio chiave: quei filmati proibiti, quel materiale pedopornografico, sarebbero stati realizzati senza che lei lo sapesse: uno durante un atto sessuale e un secondo nella doccia.
La difesa della maestra, inoltre, ha rimarcato nel ricorso in appello come la donna non avesse mai girato quei filmati che aveva ricevuto su Whatsapp dai ragazzini che li avevano realizzati con gli smartphone a terze persone.Ora lei esulta per il "riconoscimento del valore della giustizia e della legalità" sui social. E la sentenza ribaltata le riapre anche le porte della scuola: adesso potrà tornare a insegnare.