Vigili in maglietta e bermuda contro i vu'cumprà di Alassio

Per sorprendere gli abusivi gli agenti si travestono o fingono di fare il bagno Il comandante: "Quando ci vedevano gli ambulanti scappavano, ma ora..."

Vigili in maglietta e bermuda contro i vu'cumprà di Alassio

In bermuda e maglietta. O addirittura in costume da bagno. Con tanto di tuffo in mare. Via la divisa. Basta con gli appuntamenti tradizionali. E con le solite tecniche. Cambia il nemico e si adeguano pure loro: i vigili. La polizia municipale di Alassio. Quest'estate verrà ricordata come quella del cambiamento, del passo in avanti, o di lato, se si preferisce, nel tentativo di stroncare l'industria della contraffazione e dei traffici gestiti dagli ambulanti. Il comandante Francesco Parrella ha deciso di aggiornare il modus operandi del corpo. Tutti o quasi in strada, a controllare il territorio e a dare la caccia ai vu'cumprà che fanno concorrenza sleale alle botteghe artigiane del centro storico, quel chilometro ad alta concentrazione di attività commerciali.

«Noi – spiega al Giornale Parrella – abbiamo sempre dato la caccia agli abusivi, ma loro sono ben organizzati e le vedette segnalavano puntualmente il nostro arrivo sull'arenile. Così il più delle volte i venditori riuscivano a fuggire con le loro mercanzie». Pensa e ripensa, Parrella ha trovato il modo di aggirare i vu'cumprà. Prendendoli alle spalle, come insegnano i grandi strateghi dell'arte militare. L'assalto alle bancarelle abusive non parte più da terra, dalle strade frequentate dai pedoni, ma dalla sabbia, dalla spiaggia. Se necessario, dal mare. Ogni giorno due pattuglie in versione balneare camminano a ridosso degli ombrelloni e al momento opportuno intervengono. Altro che divisa con tanto di cappello. Bermuda e maglietta sono più che sufficienti. E pazienza se qualcuno storce il naso, in ossequio a vecchi modelli di equipaggiamento e decoro istituzionale. «Chi combatte questa guerra - aggiunge il sindaco Enzo Canepa – deve adattarsi alla natura del territorio. È inutile vestirsi di tutto punto se questo rende macchinoso e quasi inutile l'inseguimento». E invece i vigili, meno bardati ma più scattanti, hanno spesso colto di sorpresa i venditori, hanno sequestrato migliaia di pezzi, hanno in qualche modo messo in ginocchio i traffici illegali. «Un certo Mustafà – racconta Parrella - che è il capo storico degli ambulanti di Alassio da almeno trent'anni, il 9 agosto scorso ha preso l'aereo per il suo Paese. E si è congedato con parole che per noi sono una medaglia: «Per quest'anno è meglio smettere. Vedremo l'anno prossimo».

Intendiamoci: nessuno si illude di svuotare il mare della contraffazione con il secchiello e la paletta dei controlli. Per mandare ko l'illegalità, ci vuole un'azione di intelligence , occorre snidare connivenze e complicità, si devono individuare e neutralizzare le centrali del malaffare. Ma comunque l'azione di contenimento ha dato risultati importanti, costringendo gli abusivi sulla difensiva. «Le nostre pattuglie – afferma Parrella – hanno imparato a mimetizzarsi. Qualche volta gli agenti si sono buttati in acqua, hanno fatto finta di fare il bagno, poi all'improvviso sono piombati sui venditori. E in qualche circostanza sono stati loro, gli abusivi, a cercare rifugio in mare, trascinando sacchi e sacchetti nell'acqua».

Insomma, il nemico è disorientato. Come capitò, si conceda il paragone, ai soldati francesi che si credevano protetti dalla Linea Maginot e furono sorpresi dalle armate tedesche. A ciascuno la sua guerra. Ma anche un'immagine meno burocratica della polizia municipale.

I 17 vigili di Alassio non stanno in ufficio come, purtroppo, i loro colleghi di tante città italiane. Sommersi da carte e scartoffie. No, girano per le strade. E quando serve si spingono in acqua. È la piccola rivoluzione di questa estate.

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