Il virus uccide a Palazzo Chigi l'agente che scortava Conte

Guastamacchia aveva 52 anni. "Nessun rapporto diretto prima del ricovero". Il premier: "Grande dolore"

Il virus uccide a Palazzo Chigi l'agente che scortava Conte

Anche Palazzo Chigi piange il suo primo morto per Coronavirus. Si tratta del sostituto commissario di Polizia Giorgio Guastamacchia, in servizio presso il Dipartimento della Pubblica sicurezza e nella scorta del premier Giuseppe Conte. Si era ammalato a metà marzo ed era ricoverato a Roma, al Policlinico Tor Vergata. A ucciderlo le complicazioni di una polmonite da Covid-19. Con lui si erano ammalati altri tre agenti della scorta, fortunatamente poi guariti e oggi negativi al tampone. E non è chiaro come abbiano preso il virus. Lascia la moglie Emanuela e due figli. Dalla Presidenza del Consiglio, una volta appreso del contagio, era stata emessa una nota con cui si specificava che l'uomo non aveva avuto contatti con il premier. E, in effetti, Guastamacchia aveva lavorato fino alla settimana precedente al 16 marzo, ma non nell'aliquota che in quei giorni seguiva Conte, il quale, comunque, per precauzione aveva effettuato il tampone, risultato poi negativo.

Ieri il premier ha voluto dedicare parole commosse al sostituto commissario. «Per tutti noi che l'abbiamo conosciuto, per i colleghi del servizio di protezione, per i dipendenti della Presidenza del Consiglio, è un momento di grande dolore. Ci stringiamo alla signora Emanuela, ai suoi figli e ai suoi cari, per esprimere loro i nostri sentimenti di commossa vicinanza. Rimarrà in me indelebile il ricordo della sua dedizione professionale, dei suoi gesti generosi, dei suoi sorrisi ravvivati da un chiaro filo di ironia». Parole di cordoglio anche dal capo della Polizia, Franco Gabrielli. Angelo Borrelli, nella quotidiana conferenza stampa della Protezione civile, ha ricordato Guastamacchia come «un grande professionista». E il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, ha reso omaggio al «servitore dello Stato».

E poi i politici, gli ex premier. Il commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni, ha spiegato: «Ricordo Giorgio Guastamacchia, poliziotto esemplare, vittima del Covid-19 e mi unisco al dolore della sua famiglia e dei colleghi del sevizio scorte». Il leader di Iv, Matteo Renzi, ha aggiunto: «Muore un signor professionista: garantiva la sicurezza, in un ruolo delicato, con il sorriso sulle labbra e con una dedizione straordinaria. Le condoglianze alla sua famiglia e a tutta la grande famiglia della Polizia di Stato. Ciao Giorgio».

Anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha espresso parole commosse: «Ho iniziato a conoscere il mondo delle scorte da quando sono ministro: sono uomini e donne con cui entri in simbiosi. Sono padri e madri di famiglia che fanno il loro lavoro ogni giorno prendendosi rischi per proteggere lo Stato».

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha voluto salutare Guastamacchia così: «Addio a un altro eroe caduto per il maledetto virus: Giorgio, poliziotto di 52 anni, lascia moglie e due figli. Una preghiera e un abbraccio affettuoso alla sua famiglia, ai suoi amici e a tutte le donne e uomini in divisa. Vi vogliamo bene». L'ex ministro Clemente Mastella, ora sindaco di Benevento, ha ricordato: «Ha fatto parte, per un periodo, della mia scorta. Lo ricordo, con affetto, per il garbo, l'umanità e la sua intelligenza operativa».

Un messaggio arriva anche dai sindacati di Polizia. Il segretario generale del Sap Stefano Paoloni: «Alla famiglia del collega vadano la vicinanza di tutto il Sap e le più sentite condoglianze».

Il segretario generale dell'Fsp Polizia, Valter Mazzetti, chiarisce: «Oggi esprimiamo la nostra più profonda vicinanza ai familiari di questo poliziotto così professionale e così umano, ai suoi amici, ai suoi più stretti colleghi, al Corpo di Polizia, orfano di un suo prezioso elemento, e all'Italia intera». Mentre il collega del Coisp, Domenico Pianese, esprime «profondo cordoglio. Alla famiglia e ai suoi colleghi e amici vanno le nostre più sentite condoglianze e tutta la nostra vicinanza».

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