Il virus zika ora fa tremare il Brasile delle Olimpiadi

L'epidemia è fuori controllo. Obama e Putin chiedono di fare di più. L'infettivologo: la Rousseff ha perso 8 mesi preziosi, e il vaccino non c'è

Il virus zika ora fa tremare il Brasile delle Olimpiadi

«Il governo del Brasile ha gravi responsabilità sulla diffusione mondiale dello zika virus perché ha perso inutilmente almeno otto mesi preziosi». Non ha peli sulla lingua l'infettivologo Artur Timerman, presidente della neonata Società verde-oro per combattere la dengue, altra malattia potenzialmente mortale trasmessa dalla zanzara Aedes aegypti. È dalla primavera dello scorso anno, quando lo zika virus scoperto nel dopoguerra in Uganda fece la sua prima apparizione nel paese del samba, che Timerman predica da solo nel deserto, ammonendo le autorità su una situazione «senza precedenti», «paragonabili a quelle dell'epidemia dell'Aids» dal momento che «il rischio è che il Brasile debba affrontare una triplice epidemia dalle conseguenze imprevedibili». Una paura che diventa globale. Obama ha chiesto ieri di velocizzare la ricerca per la diagnosi, prevenzione e cura delle infezioni causate da Zika, e Putin ha chiesto al ministro della Salute di prestare attenzione all'eventualità che il virus arrivi in Russia dall'America Latina. Il problema che preoccupa maggiormente lo scienziato, infatti, è che la stessa zanzara che trasmette la dengue e lo zika, è anche vettore di una terza malattia, la febbre chikungunya, anch'essa potenzialmente mortale se trascurata. «Purtroppo non conosciamo come un virus interagisca con l'altro, né gli effetti di essere infettati in sequenza» continua Timerman che accusa il governo di Dilma Rousseff di essere «privo di un comando» e di «avere perso tempo prezioso» perché, se chi doveva si fosse dato da fare subito, «oggi avremmo da tempo a disposizione un test che ci dica chi ha lo zika virus e chi, invece, no». Con quasi un anno di ritardo adesso il test c'è mentre «per il vaccino, nella migliore delle ipotesi, ci vorranno ancora 5 anni» sostengono tutti gli esperti consultati da Il Giornale. Anche per questo hanno fatto molto discutere le parole del ministro della Sanità brasiliana, Marcelo Castro, che dopo essersene uscito con la seguente perla' - «faccio il tifo perché le donne si infettino con lo zika prima della loro età fertile» ha candidamente ammesso che «la lotta contro il virus è ormai perduta».Troppo facile così, verrebbe da rispondergli a muso duro, visto che non solo da maggio 2015, quando è stato ufficialmente annunciato il primo caso in Brasile, quasi nessuna campagna di disinfestazione è stata posta in essere per contenere il diffondersi della zanzara Aedes aegypti.Paradossale, poi, che lo scorso settembre - e dunque nel pieno della diffusione epidemica dello zika virus nel paese sudamericano - Rousseff abbia pensato bene di tagliare ben 3,8 miliardi di reais, circa un miliardo di euro, i fondi a disposizione della sanità pubblica. Motivo? Fronteggiare la crisi derivata dall'enorme corruzione politica scoperchiata dallo scandalo Petrobras. In realtà il mondo ha iniziato ad accorgersi dello zika dopo l'allerta dichiarato dall'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità, che ha inviato nei giorni scorsi nel paese sudamericano la stessa task force dell'Institut Pasteur del Senegal con cui ha fronteggiato l'ebola. A Rio, la città che ospiterà le Olimpiadi tra pochi mesi, la paura è tanta perché, pur essendo nel 25% dei casi asintomatico, gli infettivologi sono quasi certi che sia lo zika a trasmettere nelle donne incinta la microcefalia al feto, oltre alla rara sindrome di Guillán-Barré che porta alla paralisi e alla morte negli adulti. Timori confermati dall'aumento esponenziale di nascituri microcefali brasiliani, 4mila negli ultimi 12 mesi, un aumento esponenziale rispetto agli anni precedenti.Il timore degli esperti è che entro il 2020 almeno 100mila bambini possano essere colpiti da questa gravissima malformazione in Brasile.

Una tragedia annunciata insomma, che tra l'altro si sta diffondendo adesso in tutto il mondo, con centinaia di casi segnalati sia nelle Americhe dove solo Cile e Canada sarebbero immuni a causa del clima che in Europa. A tal punto che le autorità di Stati Uniti e Ue sconsigliano di viaggiare in Brasile nei prossimi mesi, soprattutto alle donne incinte.

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