Coronavirus

Le regole di Natale: Niente deroga in vista per cenoni e veglioni. Vietati gli spostamenti. Scuole, via il 7 gennaio.

In vista del Dpcm del 3 dicembre arrivano i paletti del Comitato tecnico scientifico: non si può mollare proprio adesso che la curva sta calando. Confermato il coprifuoco alle 22 anche nelle feste.

Le regole di Natale: Niente deroga in vista per cenoni e veglioni. Vietati gli spostamenti. Scuole, via il 7 gennaio.

Sarà un Natale a misura di Covid. Ancora si stanno limando le misure del nuovo Dpcm, ma sembra certo che il provvedimento non conterrà alcuna deroga. Perché è vero che la curva sta calando e che anche gli ospedali cominciano a respirare, ma abbassare la guardia adesso farebbe ripartire i contagi.

Come è accaduto a Ferragosto, quando i dati favorevoli hanno lasciato spazio a un'estate fuori controllo. Un errore le cui conseguenze stiamo pagando ancora adesso e che non si deve ripetere. I tecnici non smettono di ribadire che le festività non dovranno aprire ad aggregazioni e spostamenti, ma la politica sta ancora cercando di trovare la quadra tra le raccomandazioni del Comitato tecnico scientifico e le esigenze di convivialità che caratterizzano il Natale. Ma la linea è tracciata. Le regole non saranno allentate, rischia di essere accantonata anche la possibilità di concedere qualche eccezione per consentire il ricongiungimento delle famiglie con i nonni soli, come si era ipotizzato in un primo momento. Su questo ancora si discute, ma l'orientamento è quello di non rischiare che milioni di persone che vengono da territori con quadri epidemiologici diversi si mettano in viaggio per spostarsi da una Regione e l'altra, anche se si trovano in fascia gialla. Chi ha la residenza potrà sempre tornare a casa, anche gli studenti fuori sede ai quali sarà consentito trascorrere il Natale in famiglia. Per qualsiasi spostamento sarà necessaria l'autocertificazione. Nelle seconde case si potrà andare soltanto se si trovano nella stessa regione di residenza e se questa si trova in zona gialla, in quelle rosse gli spostamenti rimangono vietati e in quelle arancioni si deve rimanere nel proprio comune.

Anche il coprifuoco non è in discussione. Impossibile pensare di allungarlo proprio ora che le restrizioni si stanno dimostrando efficaci. È probabile che venga confermato alle 22 anche durante le feste e si allontana l'ipotesi di un allentamento almeno per la notte della vigilia per consentire ai fedeli di partecipare alla messa di Natale (che sarà anticipata). Anche a Capodanno si dovrà brindare tra le mura di casa e con pochi intimi. Troppo alto il pericolo di assembramenti per pensare di prolungare l'orario in una notte dove le feste di piazza tradizionalmente attirano migliaia di persone. «È chiaro che quello che siamo abituati a vedere a Capodanno è assolutamente inimmaginabile e incompatibile con la situazione epidemica», chiarisce il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli. Non sarà possibile festeggiare nei locali pubblici e nei luoghi privati. E non ci sarà nessuna deroga per i ristoranti, neanche per il pranzo del 25 e per Santo Stefano. Se n'era parlato e poteva essere una boccata d'ossigeno per il settore in forte crisi, ma l'ala rigorista del governo insiste per continuare anche durante le festività con la chiusura alle 18 nelle zone gialle (in quelle rosse e arancioni è consentito solo l'asporto e la consegna a domicilio). Ancora da sciogliere il nodo sul numero di persone che potranno stare nella stessa casa durante i pranzi e le cene di Natale, ma la raccomandazione (perché nelle abitazioni non può essere imposto alcun obbligo) è quello di ricevere al massimo 6-8 invitati, bambini esclusi. Anche in casa sarà necessario usare prudenza per tutelare i più fragili, mantenendo le distanze e usando le mascherine quando non si sta a tavola e quando si scartano i regali. Per favorire lo shopping natalizio i negozi potrebbero rimanere aperti fino alle 21, in modo da dare il tempo alle persone di tornare a casa senza violare il coprifuoco. Per far ripartire il commercio si sta pensando di tenere aperti i centri commerciali anche la domenica e i festivi, ma evitando che si ripropongano gli affollamenti visti in occasione del Black Friday.

Anche per le scuole si è deciso di procedere con prudenza. Tramontata l'ipotesi di far tornare in presenza gli alunni delle superiori prima di Natale, la data per dire addio alla didattica a distanza è il 7 gennaio.

La richiesta è stata avanzata dalla maggior parte dei governatori e l'orientamento del governo è quello di aspettare gennaio per poi non richiudere più.

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