Una vita spesa tra donne e motori: la storia del venditore di illusioni

Diceva di rilanciare marchi gloriosi, ma confezionava bidoni

Stefano Zurlo

Confessa Gigi D'Alessio: «Io volevo dare il mio contributo al Sud, immaginavo centinaia di posti di lavoro, pensavo alla serenità di tante famiglie provate da questi anni di dura crisi». Il risultato dell'ultima trovata di Giovanni Cottone è sotto gli occhi di tutti: le rovine che hanno sepolto il progetto di rilancio del mitico marchio Lambretta e hanno lasciato sulle spalle della star melodica una valanga di debiti, quantificati dal Corriere in, addirittura, 25 milioni. L'interessato, naturalmente, nega o meglio sminuisce la portata del disastro ma riconosce che Cottone l'ha portato dentro un labirinto di cui ora non si vede l'uscita e aggiunge, conversando con il Giornale: «Forse la verità, banale, è che ciascuno dovrebbe fare il suo mestiere. Io sono nato per cantare e invece questa ansia di riscatto, la volontà di aiutare la gente delle mie parti, mi ha fregato». D'Alessio come hanno scritto i giornali, passerà i prossimi anni a cantare solo per tirarsi fuori dai guai in cui si è cacciato. E però resta il mistero dei misteri, l'insondabile segreto che ha spinto in questi anni un'illustre processione di vip a credere alle mirabolanti promesse di un personaggio che ne ha combinate più di Bertoldo. E la cui reputazione dovrebbe stare sotto i tacchi. Basterebbe, specialmente nell'epoca di internet, dedicare pochi minuti alla navigazione in rete per evitare di andare a sbattere negli sciogli di un crac, di una bancarotta, di un carosello finanziario che si chiude sempre allo stesso modo: il compagno di cordata, perfettamente in buonafede, si trova col cerino in mano mentre Cottone è già altrove. Già impegnato a tessere la tela di un'altra trama in cui si dibatterà qualche altra vittima, purché dal blasone altisonante. A quanto pare, e fa una certa impressione, il successo, le conoscenze e i rapporti non fanno scudo. O meglio, Cottone sa come superare gli ostacoli. E trova sempre il tallone, il punto vulnerabile. Un girotondo vertiginoso, fino alla caduta finale, che ha coinvolto, fra gli altri, Paolo Berlusconi, Valeria Marini, Gigi D'Alessio.

Nel caso del cantante napoletano la storia è fin troppo banale: l'artista viene chiamato come testimonial per far risorgere un mito finito nella polvere, la sempre rimpianta Lambretta. C'è un piccolo problema, il marchio è nelle mani degli indiani, ma Cottone, come sempre, ha un piano, è sicuro di farcela, promette sonanti zecchini d'oro, versione contemporanea del Gatto e la Volpe che abbindolarono Pinocchio, e tanto lavoro, fino a 3 mila tute blu sotto contratto. Un miraggio per il Sud sempre più boccheggiante. Per un paio d'anni, D'Alessio viene pagato regolarmente per le sue prestazioni professionali e questo lo rassicura. L'altro, intanto, ne diventa amico e piano piano lo circuisce, gli prospetta il business come fosse una pomata miracolosa, ne mostra i lati seducenti e tutto sommato facili. D'Alessio, toccato nel cuore, mette mano al portafoglio e butta denari nella fornace del sogno. Le società chiamate a realizzare l'opera, la Lambretta Motolife e la Gi&gi Technology, ottengono linee di credito dalla Banca di Legnano. Ma, come ha scritto nei giorni scorsi Lettera 43 in un documentato articolo, «il soufflè si sgonfia». E l'affare s'impantana. Il marchio resta in India, come certificato da una sentenza del tribunale di Milano del 2013 che impedisce alle due società di andare avanti. I tremila lavoratori possono aspettare, il buco invece si allarga: 8 milioni più altre morosità. D'Alessio si ritrova col cero in mano. Cottone, a quanto risulta, si sarebbe dimenticato di comunicare al socio e amico che il marchio era stato ceduto dagli indiani a una società olandese con cui lui era in causa. Un groviglio. Ma anche un classico del suo repertorio.

Che ha, fra una trovata e l'altra, alcune costanti. Soprattutto le motociclette e le donne.

Il fascinoso «creativo» gode di grande popolarità nel gentil sesso - anche se nella sua incredibile biografia c'è pure il rapimento orchestrato da un ex moglie bramosa e sventato appena in tempo dalle forze dell'ordine - l'imprenditore ha riesumato dal letargo un catalogo intero di leggendarie aziende del made in Italy a due ruote: Garelli, Moto Morini, Lambretta. Cambia il socio, ma il copione è sempre lo stesso. Cottone entra nel circuito di Paolo Berlusconi, l'editore del Giornale, e millanta una buona conoscenza del mercato cinese. L'idea è quella di produrre un motorino, il Mosquito, e una serie di scooter in Cina per poi smerciarli alle nostre latitudini. Gigi Sabani ci mette la faccia e in tv esorcizza il mito: «Garelli, cosa volete di più?». In realtà, Cottone è sempre oltre e punta dritto ad un altro asset del patrimonio tricolore: Moto Morini. Solo che le cose, come per il capitolo precedente, non vanno per il verso giusto. Anzi, vanno malissimo. Lui si sfila e lascia a Berlusconi i cocci e i debiti milionari.

Sempre uguale a se stesso. E sempre capace di irretire.

Il 5 maggio 2013 irrompe su Rai1 sposando nella Basilica capitolina di Ara Coeli Valeria Marini. Testimonial come D'Alessio, della Lambretta. Un matrimonio che appassisce in fretta. Prima del grottesco finale. Lui era già impegnato. Ed è la Sacra Rota a sancire che la truffa è arrivata fin sull'altare.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica